Milano

Omicidio Verzeni: tutte le menzogne di Sangare e il suo macabro trofeo

Sangare, confesso dell'omicidio Verzeni e trasferito a San Vittore dopo attacchi dei detenuti, ha raccontato bugie clamorose e conservato un trofeo compromettente

Omicidio Verzeni: "Sharon accoltellata da un amico", tutte le bugie di Sangare

Moussa Sangare, accusato dell'omicidio di Sharon Verzeni avvenuto tra il 29 e il 30 luglio a Terno d'Isola, ha raccontato una serie di bugie che hanno sollevato dubbi sull'intero caso. Inizialmente, Sangare aveva affermato che la vittima fosse stata accoltellata da un amico con cui aveva avuto un litigio, ma questa versione si è rivelata completamente falsa. Dopo aver negato il suo coinvolgimento e fornito una descrizione incongruente di un fantomatico colpevole, le contraddizioni nel suo racconto sono emerse chiaramente. Le indagini hanno dimostrato che Sharon stava passeggiando da sola prima dell'attacco, costringendo Sangare a confessare il delitto senza un motivo apparente, se non il desiderio di infliggere danno.

Falsità e prove compromettenti: la confessione di Sangare, ora al San Vittore

L'inchiesta ha rivelato ulteriori falsità, come l'affermazione di Sangare di essersi tagliato i capelli mesi prima dell'omicidio, mentre la lunghezza attuale indicava un taglio recente. Le conversazioni intercettate hanno anche rivelato tentativi di giustificarsi e dettagli che solo l'autore del delitto avrebbe potuto conoscere, come le urla di Sharon dopo l'accoltellamento. Inoltre, è emerso che Sangare aveva conservato un calzino nero contenente un'arma compatibile con quella utilizzata per l'omicidio, probabilmente come trofeo. Trasferito al San Vittore per motivi di sicurezza dopo attacchi da parte di altri detenuti, Sangare continua a essere al centro dell'attenzione mentre il caso si evolve.








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