Milano
Opposizione e maggioranza cercasi. Partecipate: cosa ci riserva il 2019
Qualche spunto urticante per il 2019. Natale è passato e non siamo mai stati buoni perché Milano si merita sfide. IL VENDITORE DI ALMANACCHI DI AFFARI
di Fabio Massa
Che cosa mi aspetto quest'altro anno, dalla politica milanese? Lungi da noi sfoderare l'ottimismo (che tale non è) del venditore di almanacchi, però quattro o cinque cose per migliorare il dibattito politico a Milano si possono dire. Eccole.
SATURNO CONTRO/ Per l'anno nuovo mi auguro di vedere un'opposizione a Palazzo Marino, a Milano. Il problema è sotto gli occhi di tutti, ma nella generale mediocrità, sfugge. L'opposizione a Beppe Sala, salvo rari casi, è fatta da gente che pure ci crede e che ha vis polemica. Il problema è che fare opposizione a Milano è un lavoro a tempo pieno. Dove sono finiti tutti i soloni contro i doppi incarichi? La maggior parte degli esponenti di opposizione ha un altro ruolo in Regione, o in Parlamento. Salvini si è dimesso, altri potrebbero prenderlo ad esempio. E chi il doppio incarico non ce l'ha, a volte nello sconforto dell'inazione, la reitera. Tradotto: poche polemiche e scentrate. Ma come è possibile che nel dibattito democratico non si siano avvertiti scossoni veri, che suscitano clamore in città, praticamente per nessuna delle scelte più impopolari (non è detto che siano ingiuste, si badi bene, ma impopolari) del sindaco? Strisce blu che diventano d'oro tanto sono care, aumento del biglietto alle viste, tanto per dirne due. Milano è addormentata come la bella che specchia se stessa, ma a volte una frustata ci sta bene, anche solo per tenere alta la tensione.
I FAN/ Per l'anno nuovo mi auguro di vedere anche una maggioranza. Non dico una maggioranza competente, ma basterebbe una maggioranza che difende le parole d'ordine, e che magari svolge quello che è chiamata a fare: dare un indirizzo. Da follower quale è adesso a trendsetter. Intendiamoci: l'aula del consiglio non è mai stato il luogo delle grandi intuizioni, ma almeno un grande tema l'anno, negli anni belli, scaturiva. Qui si sta ingiallendo lo striscione giallo su Regeni (che sarebbe anche ora di toglierlo, e metterlo insieme a quello sulla verità per Ustica, per la strage di Bologna, e anche per la bomba in piazza Fontana), e nulla più. Almeno sarebbe da scegliere una battaglia un po' più fresca (sì sì, è vero, verità per Regeni è dovuta etc, ma allora anche per il Dc9 etc etc: chiudiamola qui). In consiglio comunale la sinistra estrema praticamente non esiste. Dove è finito il battagliero, fantastico cavaliere rosso Basilio Rizzo che sconfigge i Ligresti e combatte la corruzione? Per vedere qualche battaglia vera, oggi, ci tocca guardare i superPigiamini la sera alla televisione con i bimbi. Gli ex Pisapiani sono in cerca di autore e contenitore: pare sosterranno Zingaretti alle primarie in attesa di entrare tra i Dem. E il più grande partito della sinistra, ovvero il Partito Democratico? Alza la manina, per dirla tutta. Una volta quantomeno c'era la tensione con Pisapia, e prima con la Moratti. Un sistema dialettico e dialogico che - lo ribadiamo - è virtuoso: dialogare migliora le cose. Oggi nulla più. La maggioranza approva, al netto delle piccole battagliette e dei piccoli cabotaggi che non escono dal cortile interno del Palazzo. Almeno fare l'opposizione al governo! Manco quello: chi fa il mattatore è solo e unicamente Beppe Sala.
BEPPE SALA/ Il sindaco, appunto. Se fossi il sindaco, per l'anno nuovo mi augurerei di avere un consiglio esattamente come l'ho avuto nel 2018, in una situazione generale politica esattamente come è adesso. Certo, ci sono da far quadrare i conti, mancano i milioni. Ma in fondo, andiamo ad analizzare le cose in modo netto: l'opposizione non mi rompe più di tanto, la maggioranza mi appoggia senza condizionamenti, Milano è una città che tira di brutto, non si lamenta perché ha da lavorare visto che c'è da fatturare, sta sopportando bene i cantieri di M4, è capace di assorbire praticamente di tutto. A livello nazionale di credibile a sinistra c'è praticamente solo Sala. Che cosa si dovrebbe augurare Sala? Ovviamente un altro 2018. E noi? Che cosa ci dovremmo augurare dal sindaco? Io lo dico chiaramente: che molli l'idea dei Navigli riaperti, con o senza Olimpiadi. Che prenda una decisione pubblica sul suo ruolo nazionale, anche se so già che non lo farà, perché come in Fast and Furious vive a mille all'ora, un quarto di miglio alla volta. Che lasci le marcette per i migranti e lanci una grande battaglia di civiltà non solo amministrativa, ma sui diritti degli ultimi di Milano. E che abbia il coraggio di mettere le mani in qualche problema annoso e davvero pericoloso. Il Palasharp, ad esempio. Ma anche l'Ortomercato, o il trasferimento del Tribunale. Un tempo si ipotizzarono soluzioni coraggiose, poi lasciate cadere. E' il tempo di nuova progettazione, qui e ora, con la città che macina chilometri: dopo sarà tardi.
LE PARTECIPATE/ Chi fa muovere la città, chi la fora qui e là per i lavori e le nuove linee della metro, chi porta l'acqua, chi porta i dividendi e fa decollare gli aerei, chi porta il gas ed è quotata in Borsa, chi gestisce gli impianti sportivi e molto altro? Tutte partecipate. Molte, strutturate, importanti. Alcune quotate, come A2A. Altre multiutility delicatissime, come MM Spa. Partiamo da quest'ultima: l'anno prossimo va in scadenza il presidente Davide Corritore, che conclude il suo mandato e non può essere rinnovato. Scegliere il suo successore è cosa delicatissima: chi è in grado di gestire una multiutility con sensibilità non solo manageriale (per quello, c'è il ruolo del direttore generale), ma politica: ovvero, che capisca quali sono gli indirizzi della giunta e li applichi? E c'è qualcuno che non ha solo la competenza in uno dei campi, ma in tutti i campi che MM tratta? Acqua, progettazione, case popolari, appalti etc? Poi c'è la partita di Sea. Pietro Modiano si è dimesso da presidente e comunque sarebbe scaduto anche lui in primavera. Al suo posto chi arriverà? E - prima - chi verrà scelto dei quattro nomi della short list stilata dall'head hunter Francesco Gavazzi (senza sforzo, va detto, vito che su quattro una l'aveva già ipotizzata in Fiera, due sono candidati naturali che avrebbe potuto scrivere l'usciere di Linate)? I tempi si sono allungati, e decisioni non ne sono state prese, per adesso. Perché non riaprire la ricerca? Ma di fondo il 2019 avrà una incognita assai più profonda, riguardo a Sea: il fatturato è al massimo. I dividendi pure. Strategicamente si consolida e si rimane così, oppure si cerca qualcosa di diverso? (Borsa, accordi con Sacbo, espansione a est o a ovest nel Nord). Queste sono partite vere, non giochetti come il picnic multietnico al Parco Sempione. Sono le partite che cambiano il volto alla città e permettono di passare (nel caso di MM) dalla parola periferie alla parola quartieri. Non solo una questione di semantica, bisogna metterselo in testa, ma di dignità e di diritti.