Milano
Clochard a Milano partorisce per strada ma non riconosce il figlio
La ministra Roccella: “Sono tante le Sabrina che rinunciano alla maternità per ragioni economiche”
Partorisce ma non riconosce il figlio. La ministra: "La legge 194 va attuata"
Il Natale, come sempre, non riserva solo storie felici. Abbracci tra familiari, cene e risate con amici. Per chi vive senza un tetto, con enormi difficoltà economiche, i disagi sono tali da non voler riconoscere il proprio figlio.
A Milano, una ragazza di 23 anni – come raccontato da Il Giorno – ha partorito per strada un bambino. Lo ha lasciato in ospedale dove ha deciso di non riconoscerlo. “Perchè dovrei – avrebbe detto – se deve vivere al gelo?”. Parole agghiaccianti ma espressione di una cruda realtà che coinvolge numerose persone senza tetto.
La ministra Roccella: “Sono tante le Sabrina che rinunciano alla maternità per ragioni economiche”
Sull’episodio, è intervenuta, con un post su Facebook, la ministra per la famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella: “ Fra le storie che il Natale ci racconta c’è stata in queste ore quella di Sabrina e Michael, giovani genitori in condizioni di difficoltà economica estrema. La ragazza, nel dare alla luce il suo bimbo nato prematuro, ha scelto di lasciarlo in ospedale senza riconoscerlo, situazione che determinerebbe uno stato di adottabilità.
Di questa vicenda non conosciamo abbastanza, solo le notizie riferite dagli organi di informazione, fra cui le parole della ragazza: “Come farebbe a sopravvivere con me al gelo?”. Non possiamo avere la certezza che in condizioni diverse Sabrina avrebbe tenuto il bambino, sappiamo però che queste sono le motivazioni addotte. E sappiamo che sono tante le Sabrina che rinunciano alla maternità per ragioni economiche”.
Eugenia Roccella :”C’è la legge 194 e andrebbe solo attuata”
La ministra tira poi in ballo la legge 194, ovvero quella sull’aborto: “Non si dica che serve una legge, perché la legge c’è. E’ la 194, e andrebbe soltanto attuata. Perché anche tanti che a parole la difendono poi non la mettono in pratica nella sua interezza. Anche questo è un problema di libertà femminile”