Milano

PAT, Pd Lombardia: Assenteismo? Regione punta dito contro il personale

Secondo i dem lombardi tra le criticità della gestione Covid al Pio Albergo Trivulzio ci sarebbe il fatto che non sono stati fatti tamponi a chi si ammalava

PAT, Pd Lombardia: Assenteismo? Regione punta dito contro il personale

"Attenzione a parlare di assenteismo di medici, infermieri e operatori socio-sanitari. A chi si ammalava non venivano nemmeno fatti i tamponi" e "non c'erano nemmeno le mascherine" per proteggere il personale. Lo dichiarano per il gruppo del Pd in Regione Lombardia Carlo Borghetti e Carmela Rozza, dopo la diffusione dei risultati della Commissione di verifica dell'emergenza Covid-19 al Pio Albergo Trivulzio di Milano. "Dopo tutto quello che è accaduto - osservano in una nota - la Regione punta il dito contro il personale del Pat parlando di assenteismo: ma attenzione, durante la fase 1 non sono stati fatti né tamponi né test a infermieri, Oss e medici che erano a casa ammalati, per le indicazioni date dalla Giunta regionale. In questa situazione, incredibilmente - incalzano i dem - nonostante il Pat fosse in carenza di personale, la Regione vi ha trasferito ben 140 persone, con una procedura che non prevedeva per i trasferimenti la verifica di negatività al tampone prima dell'ingresso nelle strutture. E come li curavano? Come potevano essere applicate le regole di protezione e isolamento? Se non c'erano nemmeno le mascherine!". "Questo - concludono Borghetti e Rozza - prova che le Rsa, a prescindere dalle condizioni di difficoltà, sono state usate per svuotare gli ospedali, senza curarsi degli anziani e dei lavoratori".

Trivulzio: presidente associazione parenti delle vittime, c'e' stato nascosto assenteismo 

"Se davvero al Pat c'era un assenteismo del 65%, allora significa che mentivano quando a noi familiari dicevano che andava tutto bene e la situazione era sotto controllo". Alessandro Azzoni, il presidente dell'associazione Felicita che raccoglie i familiari delle vittime del Pat, esprime sua "delusione" per gli esiti della Commissione regionale che individua nell'"assenteismo anomalo della forza lavoro" all'interno della casa di cura una delle criticita' emerse durante la fase piu' acuta della pandemia. "Ci e' stato nascosto che non erano in grado di tutelare i nostri cari - afferma all'AGI - veniamo a sapere solo ora di questo assenteismo. Se davvero e' andata cosi' e c'erano queste lacune del personale, e' vero, come dicono gli operatori, che venivano trasferiti da un reparto all'altro contribuendo alla diffusione del contagio".

"Sono stato audito dalla Commissione - prosegue - e avevo portato le testimonianze dei parenti delle vittime che pero' non sono state inserite nella relazione. E' forte il dubbio sulla neutralita' di questa Commissione presieduta da Ats, cioe' da chi aveva il compito di controllare e garantire che le procedure interne venissero seguite. Invece noi sappiamo che il documento della valutazione dei rischi era scaduto, quello con le procedure da seguire per evitare che il virus si diffondesse. Inoltre, la dirigenza ha avuto enormi ritardi nell'attuazione dei protocolli per proteggere gli operatori sanitari, cento dei quali hanno denunciato in una lettera di essere stati lasciati soli". Ad Azzoni non e' piaciuta la frase di Vittorio Demicheli, presidente della Commissione, secondo il quale il virus ha "solo accelerato di qualche mese il decesso delle persone piu' fragili". "Aiuto, mi viene da dire. Io ho portato qui mia madre che fisicamente stava benissimo pensando di garantirle il posto migliore dove vivere ancora tanti anni. Quando e' entrata mangiava da sola, ora lo fa solo attraverso una cannula nello stomaco". 







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