Milano
"Pazienti liberi di contagiare": i documenti non ufficiali su Affari
Disposizioni regionali che lasciano spazio a possibili interpretazioni e fraintendimenti avrebbero creato le basi per il diffondersi di nuovi contagi
Riceviamo e pubblichiamo
La Regione replica
Gentile direttore,
leggo con tristezza l’intervento del Consigliere Regionale Michele Usuelli in tema di sicurezza sanitaria dei pazienti e dei loro contatti. L’amarezza, in primo luogo, è dettata dall’uso strumentale dei documenti, che non possono essere citati “a spot”, evidenziandone solo alcuni e omettendone colpevolmente altri per interessi di bottega.Spiace inoltre contestare l’utilizzo strumentale del riferimento alla Commissione d’Inchiesta regionale i cui lavori meritano rispetto e attenzione.Ricordo ai lettori, perché il Consigliere Usuelli lo dovrebbe già sapere anche se finge il contrario, che in quei mesi drammatici i cittadini in arrivo ai Pronto Soccorso venivano nella maggior parte dei casi ricoverati per esigenze oggettive.Ricordo inoltre che La circolare del 1^ marzo 2020, citata dal Consigliere Usuelli, dispone il tampone per tutti i soggetti che necessitavano di ricovero ospedaliero, dettando quindi un criterio ben più stringente e rigoroso di quello indicato dal Ministero della Salute che, con nota del 22.2.2020, n. 5443, prevedeva il tampone solo per i seguenti casiCaso sospetto A. Una persona con infezione respiratoria acuta (insorgenza improvvisa di almeno uno dei seguenti sintomi: febbre, tosse, dispnea) che ha richiesto o meno il ricovero in ospedale e nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia, ha soddisfatto almeno una delle seguenti condizioni: · storia di viaggi o residenza in Cina; oppure · contatto stretto con un caso probabile o confermato di infezione da SARS-CoV-2; oppure · ha lavorato o ha frequentato una struttura sanitaria dove sono stati ricoverati pazienti con infezione da SARS-CoV-2.La circolare, quindi, aveva ad oggetto la sola gestione dei pazienti ospedalieri . E prevedeva il tampone per tutti i casi di ricovero, a prescindere dai criteri ministeriali, in modo da garantire al massimo la prevenzione del contagio negli ospedali. Per i pazienti che non necessitavano di ricovero, la Direzione Generale Welfare aveva impartito più volte indicazioni precise sull’isolamento domiciliare sia nel corso di una apposita riunione con le Direzioni strategiche degli ospedali della Lombardia sia attraverso varie note, fra le quali quelle del 25.2.2020, ore 18.28 e del 3.3.2020, prot. G1.2020.0010079 che prevedevano:isolamento domiciliare per 14 gg. e monitoraggio a domicilio per:
• Contatti asintomatici;
• Contatti paucisitomatici (ILI) a cui viene eseguito il test con risultato positivo;
• Contatti paucintomatici (ILI) a cui viene eseguito il tes, il cui risultato è negativo: isolamento fino a 14 giorni dall’ultimo contatto con il caso;
• Pazienti che vengono dimessi dall’ospedale clinicamente guariti, ancora positivi al test.
L’isolamento domiciliare era disposto, come tuttora avviene, dal Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria della ATS che informava anche il MMG.La ringrazio per lo spazio che vorrà concedere a questa mia nota e Le porgo i più cordiali saluti.
Giulio Gallera, Assessore al Welfare della Regione Lombardia
"Pazienti liberi di contagiare": i documenti non ufficiali su Affari
Leggi, decreti legge, delibere ed ordinanze. Nazionali e regionali. Non puo’ bastare la acquisizione di questi documenti per l’indagine che siamo chiamati a realizzare. Mancano i dettagli, significanti. A titolo esemplificativo, provo a ripercorre la vicenda, di una mail di fine febbraio, inviata dalla mail ufficiale dell’allora direttore generale dell’assessorato welfare di Regione Lombardia a tutti i direttori Generali e Sanitari della Lombardia con preghiera di diffusione anche a tutte le strutture private. Il titolo è “COVID 19 - Gestione Ospedaliera” e contiene 2 allegati. Tali allegati sono documenti pdf non firmati, e senza alcun logo di regione, ma rappresentano strutturali novità nella gestione dei pazienti rispetto al passato, che in poche ore raggiungeranno tutti i medici ospedalieri lombardi. L’inizio del primo allegato, recita: ” In relazione all’evoluzione epidemiologica dei casi nel territorio di Regione Lombardia, con la presente si forniscono ulteriori indicazioni in merito alla gestione dei pazienti con COVID19. Ogni paziente che si presenti in PS con un quadro clinico suggestivo di infezione respiratoria e che necessiti di ricovero, deve essere testato per COVID-19 con tampone nasofaringeo, anche senza procedere prima ad indagare eventuale contatto con caso certo e/o provenienza geografica”.
Sono quelle poche parole “e che necessiti di ricovero”, che cambiano sostanzialmente la storia del testing, nei pronto soccorsi, a febbraio. Quelle poche parole cambiano sostanzialmente i protocolli diagnostici nazionali pubblicati dal Ministero e dal Consiglio superiore di Sanità. La conseguenza concreta di quelle parole, è quella di mandare a casa, senza tampone una moltitudine di pazienti con i sintomi del covid, senza test e senza indicazioni, per cui liberi di contagiare. E’ importante comunicare queste situazioni per chiedere alla commissione (lo faro’ più tardi in aula) di non limitarsi ad acquisire i documenti timbrati ufficialmente, ma anche per domandare pubblicamente al personale sanitario di farci avere la documentazione inviata fuor di delibera. E’ in essa che maggiormente si sviluppano le contraddizioni e la lotta carsica tra regione e governo sulla quale siamo chiamati a svolgere l’inchiesta. Infine è importante chiedere pubblicamente ai sanitari lombardi di farsi audire su contraddizioni di questo tipo, per avere i veri elementi di valutazione indispensabili al nostro lavoro.
Questa è la mail della commissione: Commissione.InchiestaCovid@consiglio.regione.lombardia.it e questa la mia, a disposizione dei cittadini michele.usuelli@consiglio.regione.lombardia.it
La prima puntata è stata pubblicata da Linkiesta (https://www.linkiesta.it/2020/10/lombardia-commissione-inchiesta-covid-michele-usuelli/)