Milano

Pd alla conquista delle zone 4 e 5: ricorsi e carte bollate. Il caso

Ricorso Pd per l'elezione dei presidenti dei Municipi 4 e 5: Enea Moscon e Loredana Bigatti sperano, ma tutto slitta all'8 novembre

di Stefano Ferri
(l’articolo completo sul periodico MilanoSud, in uscita martedì prossimo)

Per il ricorso sul voto dell’elezione dei presidenti dei Municipi 4 e 5 tutto slitta all’8 novembre. È questo l’esito dell’udienza che si è tenuta il 5 ottobre presso la III Sezione del Tar di Milano. A quattro mesi dalle elezioni del 5 giugno una fetta di Milano, che conta quasi 300mila abitanti, non sa ancora se e come verranno ricontati i voti.

A rappresentare in Tribunale i ricorrenti Enea Moscon e Loredana Bigatti, entrambi del Pd, sconfitti nelle urne – per una manciata di voti – rispettivamente nel Municipio 5 per 121 e nel Municipio 4 per 219 voti, gli avvocati Ada Lucia De Cesaris (l’ex vicesindaco della giunta Pisapia), Carlo Cerami e Silvia Cazzaniga. Per il presidente del Municipio 5 Alessandro Bramati erano presenti gli avvocati Riccardo Marletta e Marco Ranalli, mentre a rappresentare il presidente del Municipio 6 Paolo Guido Bassi c’era l’avvocato Giuseppe La Rosa. L’udienza di fronte al collegio giudicante della III Sezione è durata poco più di mezz’ora. Svolte le formalità di rito, le scatole provenienti dalla Prefettura, contenente i verbali e la documentazione richiesta dai ricorrenti (liste elettorali ufficiali, comunicazioni tra gli uffici ecc.), è stata aperta di fronte alle parti. Poi il tutto è stato depositato per consultazione presso la segreteria del Tribunale.

Ora gli avvocati avranno poco meno di un mese per valutare errori, incongruenze e lacune emerse da una prima lettura delle copie dei verbali, avvenuta presso gli uffici elettorali del Comune. Sarà un lavoro certosino di confronto tra i verbali di Prefettura e Comune, e tra questi e la documentazione richiesta, per decidere se integrare o cambiare la memoria da presentare all’udienza dell’8 novembre. Data questa che potrebbe non essere ancora quella decisiva per decidere l’ammissibilità o meno del ricorso. Le parti infatti potrebbero chiedere e ottenere un’ulteriore integrazione della documentazione, prima che il collegio si esprima definitivamente.

Saputo dell’esito dell’udienza Enea Moscon, candidato sconfitto al Municipio 5, si è detto comunque fiducioso sull’esito del ricorso. Se la documentazione richiesta confermerà anche in parte quanto emerso dalla memoria presentata qualche settimana dopo le elezioni, l’esito dovrebbe essere positivo. Da un semplice accesso agli atti, fatto all’indomani delle elezioni presso il Comune sui verbali redatti dai presidenti di sezione, emersero infatti moltissimi errori di trascrizione e somma di voti, pagine parzialmente o totalmente in bianco o addirittura mancanti, dati incongruenti, discordanze con i dati pubblicati sul sito del Comune. Una situazione tale che, senza alcun riconteggio delle schede, ma solo correggendo gli errori più evidenti, aveva indotto l’Ufficio centrale del Comune a far scendere da 133 a 121 la differenza di voti tra Bramati e Moscon. Ma non c’è solo questo. Sono molte anche le schede annullate, con motivazioni relative all’interpretazione del voto dell’elettore che destano il sospetto che gli scrutatori abbiano operato in modo affrettato, per chiudere lo scrutinio il prima possibile, dopo talvolta oltre 24 ore di permanenza ai seggi, o semplicemente perché non al corrente della normativa elettorale. Senza contare la differenza minima di voti tra i contendenti, che per Moscon è pari allo 0,6 e per Bigatti allo 0,4 per cento, su rispettivamente su oltre 48mila e quasi 60mila votanti, che dovrebbe indurre il collegio a riaprire le urne.

I tempi comunque si annunciano lunghi. In caso di riconteggio i giudici del Tar incaricheranno uno o più funzionari della pubblica amministrazione per effettuare, alle presenza degli avvocati delle parti, lo spoglio delle schede. Una procedura questa complessa, che potrebbe richiedere molti mesi, lasciando due zone importanti di Milano, pur nella pienezza della loro operatività amministrativa, in sospeso da un punto di vista politico.

(articolo pubblicato su Affaritaliani.it Milano in collaborazione con il periodico di informazione MilanoSud)

 







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