Milano
Pd Milano, Nahum: "Pronto per la segreteria metropolitana"
Pd, l'ex vicepresidente della Comunità ebraica Daniele Nahum afferma: "Non escludo di candidarsmi alla segreteria metropolitana milanese"
di Fabio Massa
Daniele Nahum è l'ex vicepresidente della Comunità Ebraica, ed ex responsabile cultura del Pd milanese. Come anticipato da Affaritaliani.it Milano, si fa da tempo il suo nome come possibile candidato alla segreteria metropolitana milanese. Adesso, sempre ad Affari, lui conferma: "Non lo escludo. Mi è venuta da più parti la sollecitazione, ma vorrei che fosse una candidatura trasversale e non solo della parte sinistra del partito". La sfida per la segreteria registra così il secondo contendente in campo, dopo Eugenio Comincini, che aveva dichiarato la sua disponibilità a prendere il posto di Pietro Bussolati, segretario uscente. L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO
Daniele Nahum, andiamo subito al punto: si candida alla competizione per la scelta del nuovo segretario metropolitano?
Non lo escludo. Mi è venuta da più parti la sollecitazione a prendere in esame l'ipotesi di candidarmi. Una cosa peraltro che fino a qualche mese fa non avrei neppure pensato. Ma vorrei farlo in ottica trasversale.
In che senso?
Nel senso che vorrei che ci fossero più pezzi del partito, e non solo quello di sinistra, con il quale sono più in sintonia, ad appoggiarmi. Certo, a sinistra ho tanti amici, da Bertolè a Bocci, Turco, Majorino e tanti altri. Ma non vorrei fosse una candidatura solo di quel mondo.
Compiaciuto?
Diciamo che mi fa piacere che pensino a me. Del resto non ho nessun ruolo da tanto tempo, e quindi forse vuol dire che come vicepresidente della Comunità Ebraica e magari da responsabile cultura del Pd, ai tempi, ho fatto bene il mio lavoro e sono stato apprezzato.
La discussione sulla segreteria del Partito è innegabilmente anche quella sul Modello Milano. E' esportabile oppure no?
Io penso che debba essere esportabile e penso che il centrosinistra non possa che partire dal Modello Milano. Ogni attacco che viene fatto al nostro modello è un problema per il centrosinistra milanese e nazionale. Milano ha dimostrato di tenere dentro tutte le parti, dagli amici di SinistraxMilano e gli arancioni di Pisapia, a tutto il mondo moderato. Oggi il centrosinistra dovrebbe partire da quello, proprio da quel modello. Sogno un centrosinistra che sappia avere all'interno personalità come Bersani, Pizzarotti, Emma Bonino e quella parte che sta a sinistra del Pd.
A Milano ci sono ancora i renziani?
Dovremmo andare oltre la logica del renzismo. Non deve esserci esclusione per nessuno: oggi noi abbiamo bisogno di quella parte che ha appoggiato Renzi, ma andando oltre la stagione renziana. Noi siamo arrivati dal 40 al 18 per cento per via di scelte sbagliate di Matteo Renzi. Ma non bisogna fare tabula rasa di chi faceva parte dei renziani: Lia Quartapelle, Pietro Bussolati, Emanuele Fiano, che hanno dimostrato ottimi dirigenti, non vanno certo eliminati. Ripeto: bisogna essere trasversali per fare questa traversata nel deserto e ricreare un ambiente sano nel Partito Democratico. Se parliamo di Modello Milano, vuol dire che ci devono essere milanesi al vertice. L'avete detto anche voi di Affari: Renzi si è riempito la bocca di Milano, ma poi non ha mai messo nessuno del partito milanese al vertice.
A parte Martina.
Martina è di Bergamo però. Dopodiché io ne ho molta stima. Ma è di Bergamo, e sul successo elettorale prima di Pisapia e poi di Beppe Sala ha giocato un ruolo fondamentale il partito metropolitano, oltre alla figura di Sala stesso. Dopodiché vorrei dire che l'ossessione che tutti noi dobbiamo avere è sul 2021, per cercare di mantenere la città.
Vede rischi in questo senso? Perdere Milano?
Vedo dei rischi per quel che sono i quartieri periferici, e i comuni dell'hinterland. Il rischio di perdere Milano c'è, e noi non dobbiamo creare polemiche che possano indebolire la giunta o il sindaco. Al prossimo congresso va rafforzata e non affossata questa esperienza. Questo è il punto fondamentale.
fabio.massa@affaritaliani.it