Pd, Roggiani per la segreteria: "Io lavoro, senza pubblicità"
Tra Renzi e Bussolati, andando oltre le correnti. L'unica donna candidata per guidare i dem in città si racconta ad Affaritaliani.it Milano.
di Fabio Massa
Silvia Roggiani è l'unica donna candidata alla segreteria metropolitana del Pd. Si racconta ad Affaritaliani.it Milano
Lei è l'unico candidato donna alla segreteria. Questo è uno svantaggio, un vantaggio o una cosa irrilevante?
Io penso che al di là degli svantaggi o dei vantaggi è un bel segnale. Ho contribuito a rilanciare la conferenza della donne a Milano Metropolitana, dove è stata eletta una giovane donna battagliera, servirà come osservatorio per le discriminazioni che le donne subiscono sul lavoro, anche nella città del lavoro per eccellenza. Siamo meno pagate dei nostri colleghi e sulle donne si scaricano le carenze del welfare pubblico, la strada da fare è tanta e voglio lavorare sulla strada giusta per mettere il Pd sempre più su questi temi.
Donna e giovane.
Sì, sono giovane. Ma per regolamento nel Pd i giovani sono tali fino a 29 anni... (ride, ndr). Io ne ho 34 ed è giusto non considerarci più giovani.
Quindi non è giovane?
Sono nella fascia di età che troppo spesso viene esclusa dalla politica. In questi anni abbiamo coinvolto molti giovani, abbiamo tanti iscritti dai 50 anni in su mentre latitano spesso i 30/40enni.
Le elezioni per i segretari metropolitani e regionali sono liturgie tra correnti, contano solo le alleanze?
Ci sono un sacco di persone che scelgono indipendentemente dalle correnti e io voglio rivolgermi a loro. Penso però che gli iscritti abbiano voglia di protagonismo. E quindi servono idee da parte dei candidati. E' un po' come con le donne: io ho un sostegno che ho nelle mie liste che va oltre le singole aree che mi sostengono. Le liste di chi mi sostiene lo chiariscono, credo di essere la candidata più trasversale da questo punto di vista.
Lei è renziana?
Ho votato Renzi all’ultimo congressi ma Renzi non è candidato al congresso attuale e l’appartenenza a un nome non mi è mai piaciuta, Milano Metropolitana ha sempre avuto un suo rito, una sua autonomia che voglio preservare e rilanciare.
I suoi detrattori dicono che lei ha scarsa capacità politica a fronte di una grande capacità organizzativa.
Credo che non mi conoscano. Io ho fatto anche la consigliera comunale, nel mio comune. Forse è un difetto saper stare in squadra? Ho avuto una responsabilità organizzativa e quindi ho fatto quella che passava i palloni piuttosto che quella che faceva rete. Insomma, ho lavorato senza fare polemiche e senza mettermi in prima fila. Ma non credo che questo denoti scarsa capacità politica, perché quello che abbiamo fatto in questi anni aveva una precisa idea di partito, inclusivo aperto e coinvolgente, tante azioni ma una visione politica molto chiara.
Altra critica: lei è in perfetta continuità con Pietro Bussolati, segretario uscente.
Il periodo che abbiamo vissuto in questi anni è stato molto entusiasmante. Milano metropolitana viene vista come una delle migliori federazioni in tutta Italia. Penso a quello che abbiamo fatto dopo le devastazioni degli anti-Expo, penso alle magliette gialle, alle primarie che abbiamo fatto per Milano. Ma questo non vuol dire che non ci siano stati errori. Ci sono state sconfitte cocenti nei comuni. L'anno prossimo ci sono 67 comuni che vanno al voto, e su questo dobbiamo ragionare su come fare meglio. Non dobbiamo ignorare che ci sono circoli che si sentono ai margini della vita del partito. Se c'è questo disagio, noi dobbiamo rispondere in maniera diversa da quanto abbiamo fatto in questi anni ma correggendo una rotta che è sicuramente positiva.
Chi voterà a livello regionale tra Vinicio Peluffo ed Eugenio Comincini?
Non mi schiererò. Spero che chiunque venga eletto possa iniziare da subito un percorso che ci porti a conquistare la Lombardia nel rispetto dell’autonomia milanese. Bisogna iniziare subito.
A livello nazionale Minniti, Zingaretti o Richetti?
Non ci sono tutti i candidati, aspettiamoli e valutiamoli per le proposte, quello che chiedo di fare anche sulla mia candidatura. Vale per tutti l'esame dei programmi, poi ci schiereremo. Ma non a priori.
Se verrà eletti farà accordi con Skenderi? Eravate insieme...
Siamo stati in squadra per tutti questi anni. Abbiamo lavorato bene con loro, i giovani hanno fatto tante cose positive. Ovvio che mi piacerebbe lavorare insieme; così come con Ugo. L’unità serve dal giorno dopo il congresso non durante il congresso, è una lezione che abbiamo imparato a Milano metropolitana.
Sorpresa della sua candidatura?
Da un certo punto di vista sì, però devo dire che forse potrà dare una bella linfa al congresso. Bisogna che lavoriamo tutti per far partecipare più gente. E ricordiamoci sempre una cosa...
Prego.
Sono di più le cose che ci uniscono piuttosto che quelle che ci dividono. Quindi lavoriamo perché sia un congresso fair e non contro. L'alternativa a livello nazionale parte da Milano Metropolitana. Il governo dice no su tutto, e noi continuiamo ad avere un territorio e forze politiche che avanzano sempre proposte. Dobbiamo interpretare il congresso in questo senso: alziamo il livello.
Chi le fa più paura: 5 stelle o Lega?
La Lega perché alcune posizioni ci fanno tornare a periodi bui per l’Italia, ma dobbiamo noi essere protagonisti del cambiamento e spero che la mia Segreteria sia protagonista di quel riformismo laico e cattolico che parla alle persone e risolve i problemi concreti, dalle case popolari al ceto medio spaventato dall’insicurezza economica. Se sarà così sarà una segreteria utile anche al Pd nazionale e saprà indicare, da Milano metropolitana, strade nuove per un vero riformismo, per un modello di sviluppo e di innovazione che non lasci indietro nessuno.
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