Milano

Pd, Tiziana Elli: “Casa, ambiente e salute. Le Gen Z e Y fanno politica”

Intervista alla nuova segretaria regionale dei Giovani Dem. “L’organizzazione giovanile deve tornare a essere nazionale”.

Pd, Tiziana Elli: “Casa, ambiente e salute. Le Gen Z e Y fanno politica”. L'intevista

Tiziana Elli è la nuova segretaria regionale dei Giovani Democratici. Ha 25 anni e viene dalla provincia di Bergamo. Fa politica da quando ne ha 15 ed è entrata nel Pd dopo un viaggio nel campo profughi di Manfredonia. Affaritaliani.it l’ha intervistata subito dopo l’elezione all’unanimità. “La mia generazione Z e anche la Gen Y sanno fare politica attiva, se i partiti non li prendono in giro”. L’intervista.

Segretaria Elli, quale è stato il suo percorso che l’ha portata fin qui?

Ho iniziato a fare politica a 15 anni, nella mia Bergamo. Sono nata e cresciuta a Bolare, in provincia. Ho iniziato a fare militanza con un sindacato studentesco, lottando contro l’aumento dei prezzi dei materiali scolastici. Un tema che avvertivo sulla mia pelle, dato che non provengo da un contesto privilegiato. 

Quando è entrata nel Partito democratico? 

Mi sono tesserata nel 2019, quando Renzi è uscito dal partito e dopo un’esperienza che mi ha convinto a fare politica attiva: un viaggio nel campo profughi di Borgo Mezzanone, in provincia di Manfredonia. Sogno di fare la progettista per le Ong. Per questo mi sono laureata in triennale in Relazioni Internazionali alla Statale di Milano e sto studiando alla magistrale di Management & Designa alla Bicocca. Negli anni mi sono barcamenata coi classici lavoretti da fuorisede: cameriera, barista e babysitter. Ma ho sempre fatto politica, sin dai tempi delle superiori, quando ero rappresentante d’istituto. 

Quali sono gli obiettivi della sua segreteria giovanile?

Parlare ai ragazzi e alle ragazze della nostra generazione. Io sono ancora della Gen Z, essendo nata nel 1999. Ma voglio parlare anche cosiddetta Gen Y, dei giovanissimi che fanno ancora le superiori. Perché anche a quell’età si è cittadini e cittadine, persone che vivono coscientemente quello che accade. Dalla crisi climatica ai disturbi psichici, sono soprattutto i giovani che vivono le emergenze del presente. Sulla loro pelle: a suon di attacchi di panico e disagio. 

Come si convincono i giovani a iscriversi?

I giovani partecipano alla politica partitica quando non si sentono presi in giro. Per troppo tempo la politica li ha messi da parte. Per convincerli a tesserarsi bisogna parlare di problemi veri: di costi e di privilegi. Quelli che impediscono ai ragazzi di andare all’università, di vivere in un ambiente sano o di essere indipendenti dalla famiglia. I giovani stanno già riempiendo le piazze: per l’ambiente o per cause che stanno loro a cuore, come quella palestinese. La politica ci ha preso in giro e non ci ha ascoltato su precarietà, istruzione e disoccupazione. 

La mozione con cui è stata eletta si chiama “Diritto al futuro: la voce di una generazione in rivolta”. Quali sono i cambiamenti verso cui deve muovere la sua Lombardia?

Il lavoro prima di tutto. In Lombardia un tirocinio curricolare viene pagato 500 euro, in Lazio 800. Poi è necessario tutelare il diritto alla salute, anche quella mentale. A fronte di 4000 suicidi all’anno, non è possibile non incentivare il bonus psicologo in maniera strutturale. Bisogna tutelare il diritto alla salute riproduttiva: il 48 per cento dei ginecologi in Lombardia è obiettore di coscienza. Anche a livello ambientale, in Lombardia la qualità dell’aria deve essere migliorata con politiche ambientali e di sensibilizzazione. Infine, davanti a noi abbiamo una battaglia con la lettera maiuscola: quella sulla casa. Serve una soluzione al caro-affitti, contro gli affitti brevi. 

Possiamo definirla una linea di sinistra radicale?

La definirei di sinistra e basta nei contenuti, al massimo è radicale nei modi. Le persone si riconoscono in questa proposta. 

Al punto da rendere per la prima volta contendibile Regione Lombardia?

La sinistra può rendere contendibile la Lombardia raccontando cos’è oggi Regione Lombardia. Si spendono milioni per la Bergamo-Treviglio e non si investe sulle borse di studio agli studenti universitari bisognosi. Le competenze di Regione non sono chiare ai più. Bisogna raccontare un’alternativa valida. E bisogna coinvolgere le persone, parlandoci. È quello che abbiamo intenzione di fare a livello regionale, insieme con Pierfrancesco Majorino, Silvia Roggiani e Paolo Romani. 

La segretaria Elly Schlein è un modello per voi giovani?

Per la prima volta ci riconosciamo in lei. È una segretaria che sta facendo risorgere il partito. Vedo in lei una leader di cui avevamo bisogno. 

Il Partito democratico in questi giorni, però, sembra in preda alle divisioni. Le avverte anche a livello giovanile?

Le divisioni ci saranno sempre, e in qualche maniera sono anche costruttive. A livello giovanile si avverte il problema della mancanza di un coordinamento dei Giovani Democratici a livello nazionale. Le singole strutture giovanili regionali sono strumenti efficaci di rappresentanza, ma serve che la struttura nazionali torni a dettare la linea. Ne sentiamo l’urgenza. Perché discutere è importante, ma quando c’è da scendere in piazza non si può farlo divisi. È una questione di sopravvivenza politica e un tema generazionale sentito. 








A2A