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Peste suina, nuovi focolai a Milano. Annunciate misure straordinarie per scongiurare la diffusione
Peste suina

Peste suina, nuovi focolai a Milano. Annunciate misure straordinarie per scongiurare la diffusione

La preoccupazione tra gli allevatori italiani è tornata alta a causa della Peste Suina Africana (PSA), con sei nuovi focolai scoperti dal 26 luglio in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Per contenere la diffusione della malattia, il Ministero della Salute ha avviato l'abbattimento degli animali colpiti e ha annunciato misure straordinarie. In una nota firmata dal direttore generale Giovanni Filippini, il Ministero ha comunicato alle Regioni l'elaborazione di un piano per rafforzare i controlli. La Direzione Generale ha informato la Commissione Europea e gli Stati Membri della situazione e convocato l'Unità Centrale di Crisi.

Boom peste suina al Nord: su 6 focolai, 4 sono in Lombardia

In totale sono stati individuati 6 nuovi focolai in altrettanti allevamenti di suini in tre Regioni del Nord Italia (Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna) dallo scorso 26 luglio. La più colpita sembra essere la Lombardia con 4 casi di peste suina rilevati in primo luogo a  Besate, vicino Milano, in un allevamento legato a nessuna filiera specifica. Gli altri focolai si sono verificati a Mortara e Gambolò, entrambi in provincia di Pavia, e Vernate, nelle vicinanze di Milano. Questi sviluppi hanno portato a controlli intensificati per evitare ulteriori movimentazioni di animali a rischio, e il Ministero sta lavorando per adottare misure uniformi sul territorio nazionale.

Le reazioni della Cia-Agricoltori Italiani

La Cia-Agricoltori Italiani ha espresso una posizione critica, evidenziando che la gestione dei cinghiali, con oltre 2milioni di esemplari in libertà, è lenta e inefficace, complicando lo scenario della PSA. Il settore suinicolo, già in crisi, necessita di risorse urgenti per riprendersi, mentre gli indennizzi sono fermi da novembre. Il decreto Agricoltura, approvato l'11 luglio, stanzia 20milioni di euro per la biosicurezza e prevede l'impiego di visori notturni per la caccia ai cinghiali, oltre all'ampliamento delle associazioni venatorie coinvolte nella vigilanza. La Cia sottolinea l'importanza di una risposta rapida per salvaguardare il settore agroalimentare italiano, che vale oltre 13miliardi di euro.


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