Piazza Fontana, in piazza per il 48esimo anniversario della strage
Il 12 dicembre 1969 nella Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano una bomba provoca 16 morti e ottantasette feriti
Piazza Fontana, in piazza per il 48esimo anniversario della strage
Il 12 dicembre 1969 nella Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano una bomba provoca 16 morti e ottantasette feriti.
Oggi la cerimonia in occasione del 48esimo anniversario della strage. Concentramento in piazza della Scala e arrivo in piazza Fontana alle 16.30.
Piazza Fontana, Mattarella: "Perseguire verità"
"Il percorso della verità va perseguito per giungere a un traguardo atteso dai familiari e da tutti gli italiani". Lo dichiara il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 48esimo anniversario della "atroce strage di piazza Fontana". "La atroce strage di piazza Fontana, a Milano - ricorda Mattarella - fece irruzione nella storia repubblicana il 12 dicembre di quarantotto anni fa, provocando morti innocenti e sofferenze, sconvolgendo la coscienza civile del Paese, e proiettando sulla nostra democrazia l'ombra di una grave minaccia eversiva". "Nel giorno della ricorrenza - prosegue il Presidente della Repubblica - desidero esprimere solidarietà e vicinanza ai parenti delle vittime, ai loro discendenti, agli amici e ai tanti che negli anni ne hanno onorato la memoria con l'impegno civile, con la tenace ricerca della verità, con la testimonianza offerta ai più giovani". "Il tempo trascorso - osserva Mattarella - non può ridimensionare la profondità delle ferite e la portata dell'attacco rivolto alle istituzioni. L'attentato di piazza Fontana segnò l'inizio di una terribile catena di sangue e di terrore, condizionando la stessa vita democratica e costringendo il Paese a piangere per altre, assai numerose, vite spezzate. Da Milano tuttavia partì anche una risposta unitaria, di popolo, delle forze politiche e sociali, che si propagò in ogni parte d'Italia e contribuì a rendere più forte la lotta al terrorismo. I valori della Costituzione, frutto della Resistenza e della lotta di Liberazione, si sono radicati ulteriormente nelle nostre comunità e sono prevalse, sconfiggendo la strategia della tensione".
Il 12 dicembre del 1969, a causa dell'esplosione di un ordigno composto da 7 chili di tritolo, morirono 17 persone, i cui nomi sono stati ricordati come ogni anno dal presidente dell'Associazione familiari delle vittime della Strage, Carlo Arnoldi. Lo stesso ha poi denunciato che e' "stata una strage di Stato e chi poteva intervenire per evitarla non l'ha fatto". Arnoldi ha poi fatto notare con dolore che in occasione di altre commemorazioni come quella per la Strage di Piazza della Loggia a Brescia e per quella di Bologna, "non ci si divide", mentre nel caso di piazza Fontana si riscontra ancora una divisione e si trova il "pretesto per contestazioni politiche". "Notiamo l'assenza di alcune istituzioni - ha aggiunto - e siamo stanchi di invitare ogni anno qualcuno", forse perche' chi non viene "vuole fare in modo che Piazza Fontana venga dimenticata, ma questo non avverra' mai". Alla manifestazione ha segnato la sua presenza anche l'Anpi provinciale, per cui ha parlato il presidente Roberto Cenati: "Abbiamo raggiunto una verita' storica: la matrice antifascista della strage. Ma e' poco per uno stato civile, il nostro Stato si porta addosso il peso delle vittime a cui non e' stata resa giustizia" ha osservato.
"Ricordare e' doveroso ma non e' un atto rituale" ha precisato, manifestando la necessita' di "mantenere vigile l'attenzione dei cittadini contro i pericoli che la democrazia corre anche oggi, per far si' che le persone non siano indifferenti di fronte al ripresentarsi di fenomeni neonazisti e neofascisti". Cenati ha poi ricordato anche "la 18esima vittima" della strage, Giuseppe Pinelli: "vittima due volte, prima di pesanti sospetti e poi di una tragica fine".
Sala: "Serve antifascismo militante"
Ad un momento "delicato" in cui ci sono "rigurgiti" di fascismo "dobbiamo rispondere con un antifascismo militante: non ho timore di dire che siamo dalla parte del giusto e vogliamo tenere Milano dalla parte del giusto". E' il messaggio del sindaco, Giuseppe Sala, in occasione della commemorazione del strage di Piazza Fontana. "Si da' quasi per scontato - ha proseguito - che non ci siano i colpevoli, ma ci sono e sono i fascisti: una coda che oggi si ripropone". Per questo "dobbiamo moltiplicare il nostro sforzo e incalzare chi si vuole candidare alle prossime elezioni a rappresentare il Paese", rendendo chiaro "se hanno rispetto totale per la Costituzione". Per la citta', ha aggiunto il sindaco, si continueranno a proporre "iniziative, manifestazioni, una cultura e un modo di essere profondamente antifascisti", tanto piu' in un momento in cui "bisogna prendere atto del pericolo e intensificare lo sforzo". Per il prossimo anno la proposta del primo cittadino e' di "portare in piazza o giovani e le scuole", per rendere la commemorazione "piu' partecipata e consapevole".
Al tradizionale corteo e alla posa delle corone, anche assessori della giunta comunale e rappresentanti del consiglio Regionale, compreso il presidente Raffaele Cattaneo. "Piazza Fontana e' una ferita che non si e' ancora del tutto rimarginata - ha detto il presidente dell'emiciclo lombardo - ma oggi ricordare serve soprattutto a ribadire le ragioni della nostra convivenza i valori della nostra democrazia e anche il rifiuto di ogni forma di violenza". "Dobbiamo prendere le distanze da qualunque forma di degenerazione violenta della politica" ha quindi esortato.
Magistrato Salvini: "Matrice certamente neonazista"
"Le indagini che sono state fatte a Milano negli anni '90 non sono state affatto inutili, diversamente da quanto qualcuno dice. Le sentenze danno la certezza che l'ideazione e l'esecuzione della strage fu opera dei gruppi neonazisti di Ordine Nuovo". Lo ha dichiarato il magistrato Guido Salvini, fra quelli che alla fine degli anni '80 contribuirono a riaprire le indagini sulla matrice della strage. Questa sera Salvini ha partecipato, fra gli altri, alla tradizionale cerimonia commemorativa a Milano, sottolineando che "dal punto di vista delle responsabilita' politiche e' scritto addirittura nelle sentenze di assoluzione" che ad ideare l'attentato furono i gruppi di estrema destra che in questo, periodo militavano in Italia. "A questo si aggiunge, come ricostruzione di quel periodo, la condanna definitiva degli ordinovisti per la strage di Brescia" ha proseguito. "Quindi possiamo dire che dal punto di vista storico-giuridico le tragedie di quegli anni sono pienamente ricostruite e quegli eventi hanno una paternita' che non puo' piu' essere discussa", ha concluso.