Milano
Pinocchio/ C’era una volta l’azione penale obbligatoria

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C’era una volta l’azione penale obbligatoria. Che cos’è l’azione penale obbligatoria? In pratica è una norma per la quale, se i pm vengono a conoscenza di una ipotesi di reato (il che non vuol dire che il reato sia stato commesso), devono per forza aprire un fascicolo di indagine e indagare. In teoria è anche giusto: se uno viene derubato e fa una denuncia non è che il pm può girarsi dall’altra parte. Deve fare il suo lavoro. A volte però si rivela paradossale. E spieghiamo i fatti: Beppe Sala è sindaco da pochi giorni, per la precisione tre. In campagna elettorale era emerso il fatto che non aveva scritto su una delle mille dichiarazioni che aveva fatto che aveva una villetta in Svizzera. Villetta regolarmente dichiarata al fisco, però. Quindi, le tasse sono state pagate. L’allora candidato, poi non eletto, Riccardo De Corato, va però immediatamente in Procura e denuncia il fatto. Quindi, azione penale obbligatoria: Beppe Sala non ha scritto su un modulo che aveva una casa in Svizzera. Ma lo Stato che cosa ci ha perso? Nulla: le tasse sono state pagate. Ma l’indagine va aperta ugualmente, giustamente. E indovina indovinello qual è l’effetto? Sono due: il primo è che Sala è indagato. Ma questi sono affari suoi. Il secondo è che dipendenti dello Stato, quindi che paghiamo tutti noi, devono perdere tempo per una roba che al massimo può portare a una condanna lievissima e che comunque non ha cagionato danno a nessuno. Tranne a noi che dobbiamo far fare a dipendenti pubblici cose inutili che fanno perdere tempo e quindi soldi. Un ottimo risultato.