Pinocchio/ C'era una volta un Paese nel quale non si riusciva a fare politica
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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
C'era una volta un Paese nel quale non si riusciva a fare politica. La politica, per chi se lo fosse scordato, è il modo per evitare che le decisioni vengano prese con la violenza, che sia vigente la legge del più forte. Altrimenti basterebbe lo spadone, come nei film del Medioevo, o qualche pugno, come nei film di Terence Hill. Invece no, la politica è discussione, anche accesa, aspra, ma con delle regole. Quello che sta avvenendo, ultimamente, non mi piace affatto, se devo essere sincero. Sedi del Partito Democratico e della Lega Nord continuamente imbrattate. L'ultimo episodio riguarda il circolo dem dell'Ortica, in un quartiere caro alla Resistenza, dove scritte di estrema destra sono apparse imbrattando i muri. Gravissimo, l'altro giorno, l'episodio che ha riguardato la Lega Nord, a Varese, dove nella prima sede fondata da Bossi è arrivata una lettera con bossoli di proiettili. Prima, c'era stato di tutto. A ogni elezione c'è sempre qualcuno che butta giù i banchetti, gente che viene alle mani. Al Senato la ministra Fedeli, una che di certo non brilla né per simpatia né per per altro, è finita in infermeria per la bagarre che si è venuta a creare sulla legge dello Ius Soli. Sono segnali preoccupanti. Tutti, ma soprattutto quelli per strada. Perché se la violenza dal Parlamento viene giù, tracima, e finisce in mezzo alla strada, vuol dire che siamo andati decisamente oltre. E l'esito lo sappiamo già, qual è. Ci siamo già passati. Io in un nuovo Medioevo degli anni 70, che ancora qualche imbecille magnifica come anni di lotta e invece sono stati anni di barbarie, proprio non ci vorrei vivere. Li lascio volentieri ai nostalgici dei pestaggi e ai radical chic di sinistra.