Pinocchio/ Gli esami di maturità? Inutili se non si boccia nessuno
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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
C'era una volta un Paese dove tutti venivano promossi. La notizia sta nei numeri, nelle statistiche. In pratica, se si arriva all'esame di maturità, solo lo 0,5 per cento alla fine fa cilecca e non lo passa. Certo, poi ognuno si fissa il suo obiettivo. Per chi punta al cento, ovviamente, un ottanta non sarebbe un buon risultato. Ma l'obiettivo grosso, quello di diplomarsi, è ormai cosa fatta prima ancora di sedersi sui banchi. Ora, io non sono un fan dell'ordalia, della prova di coraggio, del colpo di scena che - come in un film americano - riscatta una vita di mediocrità. Sono viceversa un fan dell'epopea, tutta meneghina, del duro lavoro che porta a risultati come frutto di un percorso, non di un colpo di culo o di bravura. Per questo, se proprio devo dirla tutta, gli esami di maturità non mi piacciono. Li abolirei proprio. Se uno ha fatto tutto bene, si merita di passare senza dover transitare per le forche caudine che poi caudine non sono, visto che passano tutti. Ma visto che odio l'ipocrisia, e visto che l'esame c'è, allora bisogna farlo seriamente. E quindi deve prevedere un rischio concreto di non passarlo, deve essere duro, deve essere temuto e temibile. Deve dare soddisfazione passarlo, e passarlo bene, perché è difficile. Bisogna uscire dal mito, che poi all'università regna sovrano, che l'importante è avere più laureati. No. L'importante è avere migliori laureati. E per averli, sarà bene avere migliori diplomati.