Milano

Pinocchio/ I giornali stanno morendo, e non per colpa di Di Maio

Troppe opinioni e pochi fatti. I quotidiani hanno rinunciato a dare le notizie. Le inchieste latitano e per questo la gente non li legge.

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C'erano una volta i giornali. Intendiamoci bene, così sgomberiamo il campo. Chiunque auguri la morte a un giornale, e spesso chi lo fa sono colleghi di altri giornali, è un po' come chi bestemmia: manca di educazione, ma Dio non se ne vorrà comunque troppo a male. E soprattutto non cambia nulla. Così i giornali. Non è Di Maio, tanto per capirci, che può uccidere un giornale. I giornali, e questa è la triste verità, si uccidono da soli. E neanche per il fatto che riportino fake news, che peraltro non è vero. Le fake news imperano su quella merda che è Facebook, non sui giornali. Certo, i giornali e i giornalisti non sono dei missionari o Santa Maria Goretti: fanno errori, ci sono quelli bravi e cattivi, quelli più obiettivi, quelli meno, eccetera eccetera. Beh, anche gli idraulici ci sono quelli onesti e quelli no. E pure gli avvocati, i notai eccetera. Quindi, fin qui siamo nella fiera delle banalità. Però una roba dobbiamo dircela: i giornali perdono copie a rotta di collo da dieci anni. Dieci. Ben prima di Di Maio. Perché? Me lo sono chiesto più volte. E l'unica risposta che mi sono dato è di una semplicità disarmante: perché i giornali portano troppe (e quando dico troppe, dico davvero troppe) opinioni, e ben pochi "fatti". I quotidiani hanno rinunciato, salvo rari casi, che infatti in edicola vanno bene (La Verità, ad esempio, e il Fatto Quotidiano), a dare le notizie. A competere sulle notizie, sullo scoop. Certo, non quello di chi dà per primo la sparatoria a Linate. Ma quello che ti spiega per primo quella porcheria, quell'intreccio, quello scandalo, quell'inchiesta. I cartacei hanno detto: tanto c'è l'online, e io sono ben contento che abbiano fatto così, perché almeno noi dell'online abbiamo una prateria. Ecco, quel "tanto c'è l'online", che si occupa delle notizie, e noi siamo tanto fighi da potervi propinare, sul nazionale e sul locale, decine di pagine di opinioni che non fregano niente a nessuno (su Facebook ce ne sono milioni, di opinioni, tutte egualmente irrilevanti), quel "tanto c'è il web" ha fatto sì che i quotidiani portassero progressivamente sempre meno notizie, e se uno compra un giornale e non ci trova le notizie, gli scoop, le anticipazioni, che cosa lo compra a fare? Se ho una roba gratis perché devo comprare? Beninteso, non è sempre così: c'è una collega, che non conosco personalmente, che scrive solo di scandali sanitari. Nel suo è un punto di riferimento. Chiunque si interessi di sanità la legge eccome. Se domattina iniziasse a scrivere solo commenti avrebbe la stessa presa? Non so, questo almeno è quello che penso io. Che forse è banale in una cosa così complessa. Ma dalle nostre parti funziona.







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