Milano
Pinocchio/ Il Sessantotto, la Bmw e la vernice (e un Paese senza memoria)
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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
C’era una volta un Paese che era a ferro e fuoco. Era il 1968, erano gli anni ’70. I magnifici anni ’70, per loro che li hanno vissuti. Gli anni della contestazione, gli anni nei quali ognuno aveva il diritto di sognare il proprio futuro. Spaccando le auto degli altri. Di mettere le auto in mezzo alla strada, e magari anche di dar loro fuoco per rallentare i celerini, come li si chiamava allora. Ancora oggi, gente che sta ancora nelle istituzioni, in Comune, in consiglio comunale o regionale, a sinistra, e ad estrema sinistra, si ricorda quelle battaglie. Le definisce epiche. Le ammanta di grande valore rivoluzionario. Si ritrovano, alcuni, per parlare di quegli anni ruggenti, con una lacrimuccia dall’occhio destro per il pugno sinistro alzato. Certo, ora molte cose sono cambiate. Magari si sono sposati, perché la poligamia è una bella cosa, e le comuni sono una figata, però in fondo la donna mia è solo mia. Poi magari si sono comprati una bella Bmw nuova fiammante. Perché va bene la natura, ma per andare al supermarket non è che ci posso mettere tre ore sudando litri d’acqua per portare i sei litri d’acqua a casa. E poi, vuoi mettere la figata di avere una berlina grigia, nuova fiammante? E se qualcuno vi ci passasse un rullo di vernice sopra? Maledetto! Un po’ come quei pirla che oggi, ormai nel nuovo millennio, quando manifestano spostano le auto in mezzo alla strada per non far passare la Polizia. Noi negli anni ’70, invece, contro i celerini… C’era una volta un Paese senza memoria.