Pinocchio/Milano e Pisapia: c'eravamo tanto amati - Affaritaliani.it

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Pinocchio/Milano e Pisapia: c'eravamo tanto amati

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C’era una volta un Paese davvero strano. Non è la prima volta che definiamo così l’Italia e Milano, ma purtroppo non ci si finisce mai di stupire. In questo caso il Paese strano è quello dei giornali e dei giornalisti, ai quali apparteniamo. Quindi, lo diciamo anche con una certa ironia e autoironia. E veniamo al punto. Ma come è possibile che se uno stadio con 35mila persone fischia Giuliano Pisapia finisce in un trafiletto e se invece quattro esponenti di centrosinistra un po’ fuori dalla realtà chiedono a Pisapia di ricandidarsi finisce tra i titoloni? Ecco, l’interrogativo viene da se. La notizia, ed è una notizia non da poco, è che Pisapia ha finito con la luna di miele con i milanesi. E’ durata tantissimo. Empatico come pochi, simpatico e gentile, Pisapia ha vinto per questo. A un anno dalla fine del suo mandato, lui che è abituato a entrare nelle bocciofile e tutti si mettono ad applaudire, anche quelli che votavano il Berlusca, si prende una salva di fischi infinita. Non è un buon segno per il centrosinistra, che a questo punto dovrà fare opera di sganciamento, e anche in fretta. Il rischio è quello di partire a razzo e finire… vabbè avete capito. Intanto, a proposito di gente che viene e che va, Andrea Guerra, il manager ex Luxottica che avrebbe potuto fare il sindaco di Milano per il Pd, amatissimo da Renzi, secondo rumors di Affaritaliani.it avrebbe scelto di fare l’ad di Eataly, la creatura di Farinetti. Forse che ha subodorato qualcosa? Oppure i 100mila euro di stipendio da numero uno di Palazzo Marino sono pochi?








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