Milano
Pinocchio/ Palme e tassisti: chi governa abbia il coraggio delle scelte

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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
C'era una volta un Paese che si doveva evolvere. Evolvere o morire. Non stiamo parlando dell'Italia, o di Roma, dove l'evoluzione non sanno neppure che cosa sia. Parliamo di Milano, del punto più avanzato della proposta che l'Italia può fare all'Europa e al mondo. Qui, sotto i grattacieli e la Madonnina, in quella che era la capitale del design e della moda e della pubblicità, un'azienda americana arriva e per quattro soldi, come rivelato ieri da Affaritaliani.it Milano, pianta quattro palme e si fa una pubblicità che vale letteralmente milioni. Il tutto mentre gli uffici comunali stavano a guardare e soprattutto a guardare stava la politica. Beppe Sala dice che non gli piacciono le palme. Perché non è intervenuto? La risposta è semplice: perché non lo sapeva. Nella Milano della responsabilità e della buona politica, la questione delle palme è l'emblema di come comandino i tecnici. Ma non c'è solo questo. Qui, sotto i grattacieli e la Madonnina i tassisti scioperano, bloccano tutto, impediscono di lavorare. Nessuno precetta. Nessuno mette fine al loro più grande e sensato alibi: la vendita e l'acquisto delle licenze. Fin quando ci sarà un mercato delle licenze, che saranno vendute e comprate a caro prezzo, ci sarà qualcuno che le difende. E allora il governo e Milano prendano il toro per le corna. Se vogliono le licenze non consentano a Uber di passare. Se non le vogliono, che distruggano il mercato una volta per tutte. Una fase di conflitto acutissima, che però passerà. Scelgano, ma non ci facciano vivere come un Paese che non ha neppure cognizione della parte verso quale è girato.