Pinocchio/ Salone del Libro, Torino pianga sé stessa
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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
C’era una volta la sana e robusta competizione. Non costituzione, che di questi tempi, visto il referendum, è meglio non parlarne troppo perché c’è il rischio di far addormentare gli ascoltatori. La competizione. Che poi è un po’ il sale di tutte le sfide. Quali sono le gare più belle del campionato? Quelle dove la rivalità è storica, oppure dove si confrontano la prima e la seconda per lo scontro scudetto. Quello di cui vorrei parlarvi oggi non è però la vittoria dell’Inter sulla Juventus, ma di Milano su Torino. Ovvero della città di Milano sulla città di Torino. Il tema è quello del Salone del Libro, la più grande manifestazione italiana riguardante l’editoria e affini. Libri, pubblicazioni, case editrici, stand affollatissimi. Questo è il Salone del Libro per come l’abbiamo conosciuto fino ad oggi sotto la Mole. Ecco, tutto questo, a Torino non ci sarà più. E non ci sarà perché Torino non è stata capace di tenerselo: c’è un’inchiesta giudiziaria e arresti nella fondazione che il Salone lo organizzava. Nei guai è la GL Events, che gestisce gli spazi fieristici. E soprattutto Torino ha praticamente strangolato gli editori con affitti degli stand decisamente troppo alti. E allora sapete che cosa è successo? Che gli editori hanno deciso di venire a Milano, dove gli affitti sono minori e che - incidentalmente - è davvero la capitale dell’editoria. Tutto è bene quel che finisce bene? Abbiamo risolto l’anomalia che vuole il salone dell’auto, specificità piemontese, a Bologna e quello dell’editoria, specificità milanese, a Torino? Ma quando mai. Torino ha cominciato un vero e proprio fuoco di fila per proteggere il suo Salone, andando a frignare dal ministro della Cultura Franceschini. Il quale, da vero democristiano, ha provato la mediazione: fatelo entrambi. Un po’ come dire: giocate un po’ per uno. Niente competizione. E perché? Solo perché Torino è riuscita a perdere una partita che aveva in mano saldamente? Ognuno pianga i propri mali. E che il Salone venga pure a Milano che è meglio.