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Milano
Pinocchio/ Se anche il Palazzo di Giustizia non è a norma...
Pinocchio

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C'era una volta un Paese... no, vabbè, ho finito gli aggettivi. Sentite questa storia, che racconta il Corriere della Sera ma della quale chiunque si potrebbe rendere conto facendosi un giro a Palazzo di Giustizia. Cioè, giustizia fino a un certo punto. Perché se uno nell'azienda lascia un cavo fuori posto e qualcuno inciampa, volano sanzioni salatissime. Esattamente se uno tiene i cavi dell'alta tensione in bella vista, o le porte antincendio bloccate, o gli estintori non raggiungibili. Invece, in Tribunale è così. Tanto che il giornalista riferisce che "qualche toga osserva amaramente che, se il Palazzo di Giustizia fosse un altro posto di lavoro, proprio i magistrati lo chiuderebbero per insufficienza degli standard di sicurezza". Il bello è che non è che se ne sono accorti da soli, vedendo le cataste di mobili andare ad ostruire l'accesso agli estintori, o vedendo i parapetti bassi e fuori norma. No, assolutamente. La Commissione manutenzione che riunisce si badi bene la Procura, il Tribunale, la Corte d'Appello, la Procura Generale, il Comune, le Soprintendenze, il ministero della Giustizia, è stata allertata dalla procura della Repubblica perché un muratore è caduto dall'impalcatura e ovviamente hanno dovuto "fare i controlli". Capito, il Palazzo di Giustizia? E' lo stesso nel quale ci sono i monitor di Udienza Facile, comprati con i soldi di Expo, che i giornalisti denunciano non funzionare da due anni. Interpellato il sindaco Sala ha allargato le braccia e ha abbattuto la scure: il bando l'hanno fatto i giudici. Come dire: se pure i giudici non fanno bene le cose, che cosa volete da me? Ecco, appunto, che cosa vogliamo da questa Italia? A volte me lo chiedo anche io.

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