Milano

Pinocchio/Tangenti: e gli "amici" sono i primi a scappare...

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C'era una volta il Paese degli ipocriti. E i primi ipocriti, devo essere onesto, sono proprio i giornalisti. Al giornalista non si richiede fedeltà a nessuno, perché non è questo il suo mestiere. E non si richiede neanche estrema coerenza: del resto come le si ottengono le notizie dalle fonti più diverse, spesso tra di loro avverse? Bisogna essere amici di tutti e fondamentalmente di nessuno. E fin qui si parla di semplice tecnica giornalistica: l'essere paraculo, tra giornalisti, è una virtù se poi, sul giornale, ci finiscono più notizie e più precise nell'interesse del lettore. Quindi, delle mille giravolte che oggi si registrano sui giornali, con gli amicissimi di Mantovani e del suo capo della segreteria Di Capua, è una pratica ampiamente prevedibile. Quel che però mi chiedo è con che faccia alcuni che di Di Capua erano amici intimi, che hanno condiviso cene e pranzi a gogo, ovviamente sempre offerti da lui, oggi lo descrivano come il coacervo di tutte le peggiori cose del mondo. Per non parlar di quelli che hanno chiesto e ottenuto consulenze, o a quelli che fino all'altro ieri facevano i lecchini per un titolo di prima pagina. Oggi lo attaccano, lo dipingono come uno dei mostri. Magari avrà davvero fatto quel che ha fatto, quello lo diranno ai giudici. Ai giornalisti servirebbe solo non essere così ipocriti e voltagabbana, gli stessi deprecabili vizi che con il ditino alzato spesso finiscono sui giornali, nei commenti. Chissà perché, però, sempre applicati alla politica e mai ai giornalisti.







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