Milano

Piovono progetti alternativi all’eco-mostro delle Colonne di San Lorenzo

Inchiesta di Claudio Bernieri

Architetti e comitati cercano alternative al discusso progetto di un nuovo palazzo di fronte alle colonne di san Lorenzo

Piovono progetti alternativi all’eco-mostro delle Colonne di San Lorenzo

Scendono in campo architetti e comitati milanesi  per ridefinire il progetto dell’Urban Mostro (definizione del consigliere di zona 5 Giuseppe Carlo Goldoni che sta raccogliendo firme per bloccarne la costruzione); un nuovo palazzo  di fronte alle colonne di san Lorenzo. Due progetti alternativi sono  già stati presentati in questi giorni  dall’architetto Walter Monici  e che Affari è in grado di pubblicare  in anteprima (vedi le due foto).  Si muovono intanto i  primi politici in questo distratto inizio di anno. La deputata Paola Frassinetti (Fdi) sta preparando una interrogazione  al ministro dei Beni Culturali  Franceschini sul disastro annunciato, mentre l’eurodeputato  meloniano Carlo Fidanza  promette azioni a livello europeo. Quali? Probabilmente una visita al cantiere di architetti made in Bruxelles. Nessuno contesta finora il diritto a riempire  con un edificio un buco edilizio aperto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Vediamo il dibattito in corso.

Fa il punto della situazione un personaggio storico nella società civile, Gabriella  Valassina, rappresentante del nutrito e combattivo Comitato dei Navigli: “Il progetto dello studio Citterio-Viel&Partners è già in una fase esecutiva alquanto avanzata. Bisognava intervenire prima che il progetto venisse approvato dal Comune e dalla Soprintendenza. Bisognava intervenire prima che il Gruppo Building lanciasse la campagna di crowdfunding per finanziare il Central Gate e raccogliesse in soli 14 giorni 2,5 milioni di euro da 190 investitori. Ora i giochi sono fatti. Peccato! Possiamo, forse, fare soltanto alcune proposte di carattere morfologico che, a nostro avviso, consentirebbero al nuovo edificio di inserirsi più armonicamente nel tessuto edilizio storico esistente.”

E’ qui il punto: l’Urban Mostro non è armonico con il contesto storico in cui dovrebbe sorgere, sostengono molti architetti e archeologi . Polemizza subito il consigliere   della limitrofa  zona 5 Giuseppe Carlo Goldoni, (Lega). “A Milano da quando governa il centro sinistra non c'è più l'attenzione al contesto storico in cui si realizzano nuovi edifici o vengono rifatti edifici esistenti, si badi, ben vengano i nuovi edifici dove è possibile realizzarli, ma il loro inserimento in contesti come le Colonne di San Lorenzo dovrebbero cucire in modo armonioso le architetture presenti e non scioccare l'occhio con stili moderni che vanno a snaturare il paesaggio. La speranza, visto che i lavori sono iniziati e le autorizzazioni il Comune le ha rilasciate,  è che proprietà e progettista si mettano una mano sulla coscienza e rivedano il progetto delle facciate per allinearle agli stili predominanti oggi presenti”.

Aspettando che l’architetto Citterio, padre dell’Uban Mostro, abbia una crisi di coscienza, i residenti della zona  sono scesi in campo:  il locale Comitato Parco delle Basiliche ,l’unico comitato a Milano sopravvissuto ai disastri della movida ha così contattato l’architetto Walter Monici, (vedi il video) che ha presentato su Facebook (https://www.facebook.com/Comitato-Parco-delle-Baslliche-240589356354406) un progetto alternativo.

Chiosa  la Valassina; “ Si nota che il fronte delle antiche case al quale si affiancherà il nuovo edificio è costituito da una serie di piccoli edifici, uno accanto all'altro, dove in ciascuno le aperture (finestre o balconi) sono al massimo quattro per piano. Sono come tanti segmenti che si succedono e danno ritmo alla cortina storica. Così è per tutto il tratto almeno sino a via Gian Giacomo Mora. Sarebbe stata una scelta giusta, a nostro avviso, rispettare il ritmo della cortina storica e, ad esempio, suddividere architettonicamente la facciata in due parti:  una con 4 aperture (balconi o finestre) e, accanto, l'altra con 3 aperture (balconi o finestre). Forse si è ancora in tempo”.

“ Bisognerebbe ispirarsi agli edifici storici della zona e rendere più armonioso l’inserimento di un nuovo edificio “ spiega l’architetto Monici , appresentate di una architettura consapevole a impatto zero, che consegna ad Affari due progetti (vedi foto). 

“La fotografia-proposta progettuale di Monici appare massiccia ed estranea al contesto storico edilizio di San Lorenzo e appartiene a un'altra storia cittadina: è la casa di Via Bramante all'angolo con Piazza Lega Lombarda” ribatte peerò la Valassina” Aggiungo , ma questa è una mia personale opinione e valutazione, che il ceppo utilizzato nella parte inferiore dell'edificio lo appesantisce.” (vedi le foto dei due progetti di Monici).

La parola è a questo punto  passerebbe ad Antonella Ranaldi,la  dinamica sovraintendente alle belle arti  che ha autorizzato la costruzione dell’Urban Mostro dopo aver insistito su importanti modifiche: Ranaldi si definisce donna vetruviana ( vedi foto ) e potrebbe trovare  una nuova  sintesi . Tutti gli occhi e le telecamere sono settati  su di lei. I  residenti intorno al cantiere hanno puntato  dai balconi i  loro cellulari sul cantiere, le ruspe, gli scavi che stanno realizzando  un enorme buco nel terreno dove verranno realizzati  due piani , forse di un supermercato  ; parla un portinaio di uno stabile  attiguo, che preferisce restare anonimo: “ anni fa, mi pare nel 2006, vennero spostati i binari del tram dalla piazza  davanti alla basilica  alle colonne:durante i lavori di posa, vennero fatti degli scavi nella zona per  sondare il sottosuolo, ed riemersero  acciottolati e muri  ottocenteschi, ma forse medievali e romani. Tutto venne poi ricoperto. La nostra speranza, diciamo cosi, è che le ruspe dell’Urban Mostro facciano emergere nuovi reperti  archeologici  e che  poi la donna vetruviana di palazzo Litta blocchi i lavori dei due piani sotterranei sotto questo edificio cimiteriale che mi  ricorda  gli ossari della grande guerra”.

Antonella Ranaldi  sta  lavorando alla realizzazione di   un gigantesco  anfiteatro  green sui resti del circo romano della attigua via Arena. Saprà difendere anche  le Colonne? si chiedono residenti architetti portinai  e addetti ai lavori. Puntano  le loro telecamere sulle ruspe, e sperano che emergano muri, cocci, manufatti, statue della Milano romana a fermare il supposto supermercato: pronti ad allertare la vetruviana di palazzo Litta.

 

 







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