Milano
Pirellone arcobaleno per il Gay Pride, il consiglio lombardo dice no
Respinta la proposta di Pd, M5S e Azione per illuminare d'arcobaleno il Pirellone in occasione del Gay Pride, è polemica
Pirellone arcobaleno per il Gay Pride, il consiglio lombardo dice no
“Chiedevamo solo un gesto simbolico per dimostrare che la Regione è a fianco di coloro che ancora sono vittime di discriminazioni: illuminare palazzo Pirelli aveva questo significato”, lo dice Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, e firmataria della mozione con M5s e Azione per chiedere che nelle notti del giorno del Gay Pride a Milano, il 25, 26 e 27 giugno, il Pirellone venisse illuminato dai colori arcobaleno. Invece, la mozione “è stata bocciata con motivazioni pretestuose e dopo un dibattito degenerato in bagarre e dove abbiamo sentito discorsi imbarazzanti e qualunquisti. Una sagra del luogo comune fino ad arrivare agli insulti da parte di un esponente di maggioranza verso i proponenti – continua Bocci –. La richiesta era chiara e trasparente, senza dietrologie: volevamo solo affermare che consiglio e Giunta lombardi sono a fianco di qualunque cittadino. Le istituzioni questo devono fare”. E non sarebbe la prima volta, aggiunge la consigliera Pd: “Il Pirellone viene illuminato per molte altre ricorrenze di ogni genere. Ancora una volta Regione Lombardia, rifiutandosi di sostenere apertamente il Gay Pride, non ha voluto dimostrarsi a favore dei diritti di tutti e non solo di quelli che piacciono al centrodestra”.
La discussione tra bagarre e insulti
La discussione è finita in bagarre in particolare per un insulto del consigliere della Lega Marco Mariani che ha definito 'coglioni' i colleghi del centrosinistra, scatenando la reazione in particolare del consigliere di Azione Nicolò Carretta e della consigliera di Lce Elisabetta Strada che ne hanno chiesto l'espulsione. Dopo alcuni minuti di caos, l'episodio è stato ricostruito in Aula dal consigliere Pd Pietro Bussolati che prendendo la parola ha ribadito la richiesta di espulsione per Mariani. Nel corso del dibattito la stessa Strada rivolgendosi alla maggioranza aveva detto: "Non capisco che paura abbiate, siete pazzi a non votare questa mozione", mentre il capogruppo del M5S Massimo De Rosa aveva rivendicato: "abbiamo chiesto di 'colorare un palazzo' come fatto in tante altre occasioni, non è stato chiesto niente di che, solo di dare un segnale e dire che noi riconosciamo i diritti di tutti".
Tra gli interventi del centrodestra, quello della consigliera del Gruppo Misto Viviana Beccalossi. "Non vedo l'esigenza" di illuminare il Pirellone "ma vedo una posizione molto radical chic di promuovere quella che in realtà è una festa, spesso anche volgare". Posizione analoga da parte del consigliere della Lega Massimiliano Bastoni "sulla lotta alla discriminazione non si può che essere d'accordo, ma gay pride è una carnevalata che non difende affatto diritti civili", ha detto.
Pd: "Lombardia Regione avversaria dei diritti di tutti"
"La maggioranza che governa questa Regione si dimostra, ancora una volta, avversaria dei diritti di tutti e paladina di quelli di parte. Regione Lombardia non può e non deve difendere solo "certi" diritti, perché rappresenta tutte e tutti i lombardi. Non è accettabile che destra e Lega utilizzino il Pirellone come se fosse il loro partito, per illuminarlo quando pensano di avere un tornaconto elettorale salvo poi rifiutarsi di mostrare un segno di vicinanza a una comunità fatta di donne e uomini ancora troppo spesso discriminati e vittime di violenza. Giù le mani dalle istituzioni democratiche - afferma la segretaria metropolitana del PD Milano Silvia Roggiani. “Non sorprende questa decisione della maggioranza, visto che comprende persone come Bastoni che - come Fedez ha ricordato dal palco del 1º Maggio - è noto per le sue esternazioni violente e offensive nei confronti della comunità LGBTQ. L’ennesima prova che le forze oscurantiste che governano la Regione non guardano all’Europa moderna, ma a quella da brividi di Ungheria e Polonia" - dichiara il responsabile Diritti del PD Milano Michele Albiani.