Milano
Pisapia, attendismo congressuale. E a Milano incontra Sala
Campo Progressista, il diktat per ora è: nessuna esposizione o convergenza con altre forze. In attesa dell'esito delle primarie Pd del prossimo 30 aprile
di Paola Bacchiddu
Nessuna esposizione o convergenza con altre forze politiche, per ora, in Campo Progressista. Il diktat, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, per ora, è stare a guardare quale sarà l’esito delle primarie del Pd nella corsa alla segreteria, il prossimo 30 aprile. Dopo il lancio al Teatro Brancaccio di Roma dello scorso 11 marzo, Campo Progressista prepara le 100 “Officine delle idee” (che un po’ ricordano le vecchie Fabbriche di Nichi Vendola) per un tour in cui il leader Giuliano Pisapia batterà a tappeto l’intero stivale (dopo l'antipasto di tour legato alla presentazione, nei mesi scorsi, del libro della moglie Cinzia Sasso), dal prossimo aprile, cercando di riuscire nell'operazione miracolosa di federare il centro-sinistra.
Per il resto – alleanze, accordi, convergenze – l’unica direttiva, per il momento, è il motto “a bocce ferme”. A seconda dell’esito delle primarie del Pd, infatti, anche la collocazione di Campo Progressista potrà mutare sensibilmente. Se dovesse vincere il Guardasigilli Orlando – ipotesi che, a guardare i sondaggi, sembra oggi quanto mai remota – Pisapia potrebbe addirittura essere candidato premier della coalizione del centro-sinistra, anche se, a sentire lui, l’interesse non è né nel conquistare una poltrona, né nell’interpretare necessariamente un ruolo di guida.
Questo Renzi lo sa bene, tanto che, con la sua proverbiale malizia, qualche settimana fa ha fatto trapelare sui giornali che un posto per Pisapia, come candidato in lista, ci sarebbe sempre stato. E per un eventuale governo, chi meglio di lui alla giustizia? Come a dire: se è interessato alla cadrega, non deve preoccuparsi. Circostanza che, dicono quelli vicini all’ex sindaco di Milano, lo avrebbe fatto infuriare. Pisapia, infatti, in questo delicatissimo ruolo di federatore del centro-sinistra è sempre molto attento alla percezione pubblica di sé e del suo neo Movimento. Tanto da dire molti “no” pesanti a politici di rilievo che volevano partecipare al Teatro Brancaccio. Come Maurizio Martina, ad esempio, che avrebbe voluto essere presente come pontiere verso la sinistra.
E quindi se il Congresso dovesse vincerlo proprio Renzi, come sembrano indicare i sondaggi? In questo caso Pisapia starebbe molto attento a valutare il da farsi, dopo l’iniziale apertura di mesi fa all’ex premier. Molti infatti prevedono, nel caso Renzi riconquisti la segreteria, ulteriori uscite dal PD, come quella di Cuperlo, oggi abbastanza in imbarazzo nel rimanere nel partito, e di tantissimi dell'ex mozione Cuperlo soprattutto sotto la Madonnina. A proposito di Milano, è da segnarsi in agenda l'evento di sabato 25 all'Umanitaria: per la prima volta dalle elezioni si ritroveranno sullo stesso palco il pre e il post, Giuliano Pisapia e Beppe Sala, radunati da Franco D'Alfonso, che insieme a Daniela Benelli, Emmanuel Conte, l'Associazione delle Liste Civiche, l'associazione Movimenti Civici, hanno deciso di radunare Piero Bassetti, Ada Lucia De Cesaris, Mario Giaccone, Emilio Genovesi, Giorgio Gori, Arcangelo Merella, Pietro Modiano, Tommaso Nannicini, Riccardo Nencini, Giuliano Pisapia, Davide Rampello, Beppe Sala, Bruno Tabacci, Carlo Tognoli, Corrado Valsecchi.