Milano
Polemica sulla foto della vicesindaco Scavuzzo a cena con amici
La vicesindaco, già molto attaccata per gli assembramenti in Darsena, pubblica la foto di una cena con amici e scoppia la polemica
Polemica sulla foto della vicesindaco Scavuzzo a cena con amici
Non bastassero le polemiche post Darsena e post assembramento derby di qualche settimana fa, ci si mettono pure le foto messe e poi levate da Instagram. La protagonista è Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano e assessore alla Sicurezza. Già al centro di molte contestazioni per l'assenza di Polizia Locale nei parchi e nelle strade affollate di una Milano in zona rossa che tuttavia per moltissima gente pare non valere, Anna Scavuzzo ha pubblicato prima del week end su Instagram una foto nella quale la si vede a cena (ovviamente senza mascherina) in una casa, presumibilmente (ma non si capisce perché i volti non sono inquadrati) con amici. In effetti nei tag c'è scritto proprio questo: "#amici", oltre a "in vino veritas".
In primo piano una bottiglia di Ruchè di Castagnole Monferrato, degli eleganti candelabri sul tavolo che pare molto grande per garantire il distanziamento. Non è detto che la foto sia di venerdì, ma è proprio del week end la pubblicazione sui social. Tanto quanto basta per aver fatto sollevare qualche sopracciglio, e forse per questo - proprio per evitare polemiche - è avvenuta la rimozione dal profilo Instagram della vicesindaca.
La replica
A cercare di smorzare le polemiche la stessa vicesindaco dopo il pezzo di Affari: “Ho tolto la foto della bevuta del Ruchè di Castagnole Monferrato con #amici: avrei dovuto aggiungere l'hashtag #amarcord. Viste le polemiche degli ultimi minuti, ho ritenuto fosse meglio scriverlo a chi me lo chiede. No, la foto non è di domenica sera, e il mio è stato un gesto più di nostalgia che di cronaca, pensando a quando almeno le cene con qualche amico si potevano fare”.
Tuttavia ai più attenti non sfugge il fatto che la foto sia finita anche nelle stories di Ig e anche da la cancellata. Insomma: se Amarcord è stato, lo è stato fino in fondo.