Milano

Policlinico di Milano, riconfermato Giachetti: nuovo ospedale e sviluppo Mind

Eleonora Bufoli

Designato per la seconda volta dal presidente Fontana come direttore del Policlinico di Milano: "Ora concluderò i progetti iniziati"

Policlinico di Milano, riconfermato Giachetti: nuovo ospedale e sviluppo Mind

“Pensavamo di chiuderla come sempre con le nomine dei direttori a fine dicembre, poi c’è stata questa proroga. Sono contento di poter terminare il lavoro che avevo iniziato con la costruzione del nuovo ospedale. Parteciperò anche all’inaugurazione del nuovo Policlinico nel 2025”. L’architetto Marco Giachetti sarà per altri 5 anni alla guida del Policlinico di Milano, uno dei 4 IRCCS, Istituti di ricovero e cura pubblici lombardi. Il presidente di Regione Lombardia Fontana lo ha riconfermato nel ruolo, fino al 31 dicembre 2028. Architetto di formazione la sua rinomina è arrivata con un mese di ritardo, insieme a quella dei componenti dei Consigli di amministrazione delle 4 Fondazioni IRCCS.

Soddisfatto per questa riconferma?
Ci tenevo particolarmente. Ho cercato di ascoltare tutti, di essere un presidente istituzionale, per risolvere dal più piccolo problema a quello più grande. Insieme alle associazioni, anche tanti lavoratori, rappresentanti sindacali, hanno scritto delle lettere per chiedere la mia riconferma, è stata una risposta trasversale a tutte le sigle. Penso che questa spinta dal basso della società civile abbia contribuito a farmi fare un altro mandato e a concludere il lavoro iniziato. Ora per altri 5 anni potrò portare avanti il lavoro intrapreso. Soprattutto potrò assistere all’apertura nel 2025 del nuovo Policlinico. Avendo fatto ripartire i lavori fermi da anni, come architetto il mio obiettivo era proprio quello di veder nascere questo nuovo ospedale. Siamo riusciti con il nostro consiglio a partire, ci avevo lavorato anche prima con il presidente precedente. E ora fa piacere portare a termine quello che avevo iniziato.

Se dalla società civile ha ricevuto appoggi, in Regione le opposizioni si sono schierate contro nomine viste come spartizioni politiche nella maggioranza. “Ancora una volta la fedeltà politica conta più del merito e della competenza” ha commentato il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino. 
Spero che Majorino non si rivolgesse a me: è stato tra i primi a complimentarsi, è stato capogruppo in commissione sanità del Pd. Ho avuto anche il plauso di una parlamentare europea del Pd. Nel mio caso ho avuto un sostegno anche dell’opposizione in Regione. Poi le nomine sono frutto di equilibrio politico, sono sicuro che Regione ha scelto le persone migliori al posto migliore, dovendo tener conto di equilibri politici. Da parte mia, ho un cda fatto di medici competenti e importanti e altri consiglieri molto esperti che vengono da esperienze diverse. Sono molto contento del gruppo che ho.

Grazie a questa riconferma, potrà inaugurare il nuovo Policlinico di Milano.
Si tratta di un ospedale moderno, nel cuore della città, all’avanguardia e pubblico. Inoltre, è l’esempio di un progetto di autofinanziamento per il 70%, grazie alla filantropia e alla beneficenza di tutti i milanesi nei secoli, che abbiamo rimesso in gioco grazie a questo progetto. Da un lato finanzia l’ospedale, dall’altro porta una progettazione di 600 alloggi a canone concordato e convenzionato in housing sociale. Il progetto era quello di restituire ai cittadini quanto ci era stato donato nei secoli. Avremmo potuto vendere il patrimonio per raggiungere i 200 milioni che servono per costruire l’ospedale, ma in realtà abbiamo voluto fare un’operazione di restituzione, quindi usare il Fondo per restituire a quella fascia di cittadini che è troppo ricca per l’edilizia popolare e troppo povera per il libero mercato. Abbiamo finanziato quasi interamente un ospedale pubblico nuovo e delle case per chi ne ha bisogno.

Con la Fondazione state diffondendo un nuovo modello di assistenza e cura?
Questo nuovo ospedale è un luogo di prossimità. L’ottica è quella delle case di comunità, andiamo in quella direzione lì. Ci sarà anche un giardino pensile sopra, sarà principalmente al servizio dei pazienti e degli operatori, poi in certe occasioni faremo eventi aperti a tutti, per poter visitare e utilizzare questo spazio.

Con la Fondazione state anche dando delle risposte al caro affitti in città
Vista la situazione immobiliare di Milano, abbiamo cercato di riproporci ancora e mettere a disposizione degli alloggi a prezzi calmierati, attraverso il Fondo immobiliare, tanto che la Banca degli investimenti europei, la Bei, come unico progetto finanziato in Italia su housing sociale, ha scelto proprio il nostro, per finanziare con 24 milioni la ricostruzione di un bocco di palazzi in Paolo Sarpi: sono 4 civici contigui, verranno completamente ristrutturati per farci 200 alloggi in housing sociale. Siamo orgogliosi che abbiano scelto questo progetto.

Al fianco della funzione sociale, c’è la grande spinta all’innovazione tecnologica. Lei è stato tra i primi a credere nella costruzione di una fondazione legata alle nuove tecnologie in medicina e trasferirle nel nuovo quartiere di Mind. Qual è stato il contributo del Policlinico?
Come Policlinico siamo stati capofila di un progetto preparatorio per la sovvenzione di innovazione trasferimento tecnologico, fondazione innovazione, sviluppo e trasferimento tecnologico (FITT). Abbiamo coordinato con il presidente Alessandro Venturi del San Matteo di Pavia 2 anni di lavoro per allineare tutti gli uffici e creare dove non c’erano, nei 3 IRCCS milanesi e in quello di Pavia, il trasferimento degli uffici tecnologici e innovativi. Noi avevamo quello più avanzato e ci siamo fatti promotori per usare gli stessi database su cui fare ricerca, diffondere lo stesso linguaggio, per riuscire a trasformare le idee dei nostri ricercatori, brevettarle, e farle diventare un farmaco o una tecnica. Una volta che è stato fatto il nostro lavoro coordinato dal Policlinico, abbiamo portato questo progetto in Regione.

Come ha risposto Regione?
Il presidente Fontana crede molto in questo progetto, tanto che ci abbiamo lavorato tutti insieme, anche con Arexpo, dove sorgerà la sede della fondazione che si occuperà del trasferimento tecnologico di tutti i brevetti che fanno i nostri ricercatori nei nostri ospedali per metterli al servizio di tutti i cittadini. Siamo partiti dalla missione 6 del PNRR, quella sulla salute, anche Regione è partita da lì per creare questa nuova Fondazione. È un modo per far diventare ancora di più la Lombardia all’avanguardia nel campo delle scienze biomediche. La Fondazione è già esistente, è stata inaugurata l’anno scorso. Attualmente la sede è negli uffici Arexpo in regione Lombardia, ma grazie ai fondi che ha messo a disposizione Regione avremmo temporaneamente la sede presso Arexpo in cascina Triulza. Regione ci ha dotati di un fondo di 15 milioni che serviranno per costruire un edificio dentro Mind che sarà sia la sede di FITT che quella di Arexpo.

Perché proprio al Mind?
È importante che sia a Mind perché ci saranno lì le sedi di aziende che si occupano di bioscienze, di scienze della vita e di innovazione tecnologica. Essere lì per gli IRCCS pubblici lombardi significa avere contatti unici con progetti innovativi internazionali. È una posizione strategica.

La Regione sta investendo in ricerca?
La Regione sta investendo molto nell’innovazione tecnologica, nella ricerca biomedica e nelle scienze della vita e crede molto in questo progetto. Il Policlinico di Milano è il primo pubblico per produzione e ricerca, siamo secondi solo al San Raffaele, per quantità e qualità di ricerca scientifica in campo medico.

La sanità pubblica è tuttavia tra le più colpite dai tagli di spesa pubblica.
Negli ultimi anni si sono fatti troppi tagli sulla sanità pubblica, ha sofferto di tagli di tanti governi. L’ultimo governo ha rimesso delle risorse per la sanità. La sanità pubblica deve essere potenziata. In Italia, soprattutto in Lombardia, è un bene prezioso, che funziona bene, ma necessita di risorse da parte di tutti. Siamo fortunati che Regione Lombardia aumenti sempre il budget che lo Stato gira alla Regione. Con un po’ più di autonomia si potrebbe fare anche di più.

Dunque è favorevole all’autonomia differenziata?
Sì, la vedo bene. Responsabilizzerebbe anche le regioni meno virtuose a ragionare in termini di efficienza e risparmio. Permetterebbe a tutti di riallinearsi verso i livelli di eccellenza della sanità italiana che ha un sistema sanitario primario e di eccellenza rispetto ad altri paesi europei.








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