Milano

Policlinico, Orticanoodles colora cantiere del nuovo ospedale con 75 ritratti

Le opere raffigurano i volti di coloro che hanno avuto un ruolo significativo negli ultimi sei secoli di Milano

Policlinico, Orticanoodles colora cantiere del nuovo ospedale con 75 ritratti

Orticanoodles, il collettivo di street art celebre per i murales al quartiere Ortica, ‘colora’ il cantiere del nuovo Policlinico raffigurando sulle cesate 75 ritratti di personaggi che “hanno fatto grande” l'Ospedale Maggiore. Le opere raccontano i volti di coloro che hanno avuto un ruolo significativo negli ultimi sei secoli di Milano. Immortalati su pannelli di un metro per due, i ritratti coprono due fiancate del cantiere per 80 metri lineari. La selezione dei personaggi rappresentati spazia da Pietro Carcano (1559-1624), benefattore e considerato tra i fondatori della Ca' Granda, al medico Carlo Vergani (1938-2020), uno dei personaggi di spicco della Geriatria a livello internazionale. Tra loro ci sono anche Luigi Sacco, che contribuì a debellare il vaiolo in Italia grazie alla vaccinazione, e Baldo Rossi, chirurgo della Prima Guerra Mondiale che curò lo scrittore Ernest Hemingway: il loro incontro al Policlinico è raccontato nel romanzo Addio alle Armi. C'è Emma Vecla, soprano di fama internazionale e benefattrice dell'Ospedale, a cui è stata dedicata la Rianimazione e Terapia Intensiva, e Luigi Mangiagalli, fondatore della moderna Ostetricia e creatore della Clinica Mangiagalli del Policlinico, primo punto nascita d'Italia. E poi c'è Luigi Marangoni, direttore sanitario del Policlinico assassinato dalle Brigate Rosse il 17 febbraio 1981, esattamente 40 anni fa.

"L’opera degli Orticanoodles - commenta Marco Giachetti, presidente del Policlinico di Milano - si colloca esattamente tra passato e futuro del Policlinico: la storia che narra parte dalle nostre origini nel 1456 con il Duca Francesco Sforza e arriva al nostro domani, con il Nuovo Ospedale che sarà pronto tra pochi anni e darà a Milano un’opera che i cittadini attendono da molto tempo. Abbiamo deciso di commissionare quest'opera di abbellimento di uno spazio di cantiere interno all’Ospedale per umanizzarne l’aspetto, renderlo piacevole per pazienti e operatori e come opportunità di raccontare la storia di questa istituzione unica attraverso una narrazione che parla di uomini e donne che hanno fatto grande il nostro Policlinico con la loro beneficenza, il loro impegno sociale e il loro lavoro in campo medico e chirurgico: esempi di generosità e sapienza che ispirano ancora oggi l’azione di tanti che con la loro attività e il loro impegno esprimono grande vicinanza al Policlinico di Milano. Guardiamo al nostro futuro e al Nuovo Ospedale con uno sguardo al nostro illustre passato, orgogliosi di essere un’eccellenza nel campo della cura e della ricerca, dimostrata soprattutto in questo ultimo anno di grande difficoltà per Milano e la Lombardia, e che porteremo avanti grazie al lavoro incessante dei nostri medici e di tutto il personale sanitario".

"Quella realizzata in collaborazione con gli Orticanoodles - sottolinea Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano - è un'operazione che è parte integrante della realizzazione del Nuovo Ospedale: il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare evidenza alla cittadinanza di un percorso, aggiornando puntualmente e con trasparenza sull'avanzamento dei lavori, che nonostante Covid-19 stanno rispettando la tabella di marcia. I ritratti sulle cesate quindi sono un vero e proprio 'ponte' tra il vecchio e il nuovo: vogliono essere uno stimolo in più per raccontare le radici della Ca' Granda, e ricordare a tutti che questo grande Ospedale è tale perché è stato creato, promosso, protetto e finanziato da grandi donne e da grandi uomini. Quando il Nuovo Policlinico sarà terminato, questi stessi pannelli e ritratti saranno esposti nella futura struttura, per rafforzare lo stretto legame tra passato e futuro che ci ha sempre caratterizzato". 

"Siamo onorati di essere stati contattati dalla Ca' Granda, che ha una così grande cultura del ritratto. È stato un onore per noi poter ripercorrere insieme la storia dell’Ospedale - racconta Walter Contipelli degli Orticanoodles - avendo la possibilità di aggiungere un piccolo pezzettino di quella che sarà la storia prossima. Partendo dal colore delle opere originarie, lo sviluppo cromatico è stato rivisitato con lo stile pop art tipico del collettivo Orticanoodles con colori forti e accesi, e vede un’evoluzione che va di pari passo alla storia dell’Ospedale. Nel ‘400 i colori avevano una valenza quasi sacra, per cui è possibile riconoscere spesso una resa più aurea del colore, con una tinta unita oro che fa da cornice a un’immagine semplice, richiamando il cangiantismo delle vesti, tipico del manierismo michelangiolesco. La narrazione continua con contrasti cromatici forti, con allusioni allo stile tipico degli espressionisti dell’800, che usavano molto giocare con luci e ombre".

Il progetto artistico - riporta Mianews - ha richiesto da parte degli Orticanoodles circa 2 mesi di lavorazione, che hanno visto 6 artisti all'opera su 75 diversi pannelli. La tecnica utilizzata è definita “spolvero”, nata nel periodo rinascimentale e utilizzata dai più grandi maestri dell’affresco, Leonardo Da Vinci incluso. Consiste nel creare sulla superficie dell’intervento le linee che compongono l’opera, utilizzando delle matrici perforate che permettono di tracciare segni e colori. Si creano così delle campiture di colore che vengono poi riempite, dando così forma all’opera finita.







A2A
ZX