Milano
Polizia, Sap: "Mancano personale e mezzi". L'intervista
Massimiliano Pirola (Segretario Provinciale del Sindacato Autonomo della Polizia di Milano e di Monza e Brianza): siamo pesantemente sotto organico
di Barbara Ciabò
Si parla spesso di allarme sicurezza nelle nostre città. Ma è veramente così? Ne abbiamo parlato con Massimiliano Pirola, Segretario Provinciale del Sindacato Autonomo della Polizia di Milano e di Monza e Brianza.
Segretario, esiste o no l'allarme sicurezza?
“Esiste eccome. Oggi noi uomini delle forze dell’ordine non siamo nelle condizioni di garantire il controllo del territorio. Siamo pesantemente sotto organico anche a causa dell’avvenuto turnover del 55%. Le faccio qualche esempio: i commissariati sono oggi obbligati a chiudere alle 18 anziché alle 20 per mancanza di personale. Ogni commissariato può contare al massimo su 50 operatori di polizia, fra loro tanti devono occuparsi dei lavori di ufficio come centralino, corpo di guardia, denunce, personale, archivio, passaporti, immigrazione. Praticamente riesce ad uscire al giorno una sola volante con due uomini per presidiare il territorio efferente a ogni commissariato. Chi va fuori a fare gli arresti? Chi controlla quello che avviene nelle nostre strade? Tra gli anni ‘90 e 2000 a Milano c’erano circa il 30% di volanti in più rispetto ad oggi e le squadre erano composte da tre uomini anziché da due. Il commissariato di Legnano, per esempio, ha una sola macchina per presidiare un territorio vastissimo. Oltre alla macchina della Polizia è presente una pattuglia dei Carabinieri, i colleghi quindi, in caso di problemi, sono esposti ad un rischio elevatissimo per l’impossibilità di inviare un equipaggio di supporto in tempi veloci. Per anni nessun governo si è occupato di questo problema, sono solo state tolte risorse e nessuno ha mai pensato alle assunzioni. Oggi i nodi vengono al pettine mentre sono anni che non ci sentiamo sostenuti da nessun governo, l’ultimo si è occupato di noi giusto per introdurre il reato di tortura!”
Anche da questo Governo vi sentite abbandonati?
“Le dirò che finalmente oggi abbiamo qualche speranza concreta perché il ministro dell’Interno Salvini ci ascolta e ci sta sostenendo. “
Cosa chiedete?
“Chiediamo innanzitutto un aumento consistente di assunzioni, per Milano e provincia servirebbero per esempio fino a mille nuove unità, chiediamo Bodycam, Taser e spray al peperoncino ma soprattutto chiediamo nuove regole di ingaggio.”
Cosa state ottenendo?
“Il governo ha previsto lo stanziamento di 2,7 miliardi di euro per una previsione di circa 6000 assunzioni in tutta Italia nei prossimi 3 anni procedendo dallo scorrimento del bando di concorso del 2017. Dovrebbero arrivare le Bodycam nei prossimi mesi mentre sull’utilizzo del Taser abbiamo problemi anche relativamente alle regole di ingaggio".
Parliamo allora delle regole di ingaggio
“In Italia si concentrano tutti sui diritti di Caino ma di Abele non parla mai nessuno. Abele lo difendiamo noi tutti i giorni ma sembra che interessi a pochi. Inoltre se durante l’esercizio delle nostre funzioni Caino viene ferito noi andiamo sotto un processo che dura anni, a noi spetta dimostrare che non vi è stato eccesso di legittima difesa, a noi tocca pagare periti e avvocati e spesso abbiamo ripercussioni pesanti anche da un punto di vista della carriera. Le problematiche relative alla legittima difesa non riguardano quindi solo i privati cittadini ma anche gli uomini delle forze dell’ordine.”
Quindi siete favorevoli alla riforma della legittima difesa che si sta discutendo in Parlamento?
“Assolutamente si, ripeto noi per difendere Abele in caso di conflitto a fuoco oltre a rischiare le nostra vita, veniamo indagati, spesso sospesi dal servizio e processati. Solo in caso di assoluzione le spese legali vengono successivamente rimborsate se ritenute “congrue” dalla Corte dei Conti.”
Cosa chiedete?
“Chiediamo che almeno le spese legali siano pagate dall’Avvocatura dello Stato visto che stiamo svolgendo un servizio per lo Stato. Chiediamo che il processo sia più veloce e che se ne occupi direttamente il Procuratore Generale presso la Corte di Appello almeno per una valutazione preliminare. Noi siamo pochi, rischiamo tantissimo e non siamo tutelati. Chi protegge Abele? Chi difende i difensori?”