Portello, colpo di scena: il Comune interpella Vitali. Inside
Colpo di scena nella vicenda che riguarda il progetto Milano Alta per il Portello: il Comune avrebbe chiesto di depositare integrazioni al progetto
Colpo di scena nella vicenda che riguarda il progetto Milano Alta per il Portello, l'area di Fondazione Fiera che sta vedendo la Fondazione ricorrere alle carte bollate contro il costruttore bergamasco Vitali. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it il Comune di Milano avrebbe chiesto di depositare entro 10 giorni delle integrazioni al progetto. Il costruttore è già pronto ad agire, e questo potrebbe costituire un passo in avanti in una storia decisamente complessa. Un passo avanti non semplice. Infatti il Comune ha chiesto di presentare le integrazioni al progetto condivise con la proprietà, ovvero Fondazione Fiera. Se questo non verrà fatto, si verificherà la chiusura della procedura, definitiva. A questo punto se Vitali riuscirà a convncere Fondazione a fare la sua parte, il progetto potrà andare avanti, altrimenti l'unico esito sarà la battaglia legale.
LA STORIA VISTA DA VITALI - Massimo Vitali, presidente del gruppo che a lui fa capo, dopo l'esposto depositato da Fondazione Fiera, non ci sta. Reagisce con le carte bollate, ma non solo. La cronistoria "commentata", come può riferire Affaritaliani.it Milano, parte il 16 febbraio dello scorso anno.
"Fondazione Fiera Milano e Gruppo Vitali hanno sottoscritto il 16 febbraio 2016 un contratto preliminare secondo il quale FFM, dietro pagamento di canone annuale, costituiva un diritto di superficie relativa al padiglione 1 e 2 del Portello a favore di Vitali - spiega la società - Nel contratto FFM (Fondazione Fiera Milano, ndr) chiedeva espressamente di valorizzare i padiglioni fieristici senza trasferimento del diritto di proprietà in favore dello sviluppatore, ma con un contratto di locazione a scadenza molto lunga: un diritto di superficie della durata di 50 anni". Insomma, i padiglioni rimangono di Fondazione Fiera, Vitali dovrebbe pagare l'affitto. Eppure nulla di tutto questo avviene, perché Fondazione Fiera ricorre alle carte bollate, e il Gruppo Vitali risponde con le carte bollate.
LA RICOSTRUZIONE - Ma andiamo avanti con la ricostruzione di Vitali. "Il progetto Milano Alta era dall’origine compatibile e perfettamente in linea con gli strumenti urbanistici vigenti come richiesto espressamente dal bando di FFM - fa sapere la società - Questa conformità è stata apprezzata, accertata e dichiarata proprio da FFM all’interno del contratto: “Il progetto Milano Alta prevedere la realizzazione di un centro di avanguardia che integrerà una costellazione di attività innovative, promozionali ed emozionali legate alla nutrizione, benessere, sanità, ricettività, fashion, spettacolo e intrattenimento, completo di strutture a ciò funzionali…” Nella prima fase di esecuzione del rapporto il Contratto è stato eseguito regolarmente fra le parti e le stesse hanno cooperato per portare avanti la procedura di approvazione della SCPU. Ai numerosi incontri con il Comune di Milano hanno partecipato i tecnici di Milano Alta e di FFM. Questo fino a settembre 2016, quando FFM ha iniziato a cambiare atteggiamento".
Quindi, secondo la ricostruzione dell'azienda, che - è bene sottolinearlo - è una delle parti in causa, tutto andava bene fino a sei mesi fa. Poi cambia qualcosa. A complicare il percorso una questione relativa alle imposte da corrispondere per il canone di locazione. Di fatto Fondazione avrebbe chiesto all'Agenzia delle Entrate di non pagare "le imposte sul Contratto in un’unica soluzione ma anno per anno, al maturare del pagamento dei canoni pattuiti". Tuttavia l'interpello che avrebbe consentito a Fondazione di spalmare le imposte, non viene concesso pare per problemi di tempistica nella presentazione di documentazione integrativa.
L'INTERPELLO - "In realtà l’esito dell’interpello è il risultato di una procedura viziata all’origine (tema malposto) - spiega Vitali - in quanto il canone è annuale e anche in base al c.d. decreto "milleproroghe" pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 Febbraio 2017 il quadro fiscale normativo è stato profondamente rivisto.
Tale modifica normativa va pertanto a neutralizzare il problema di carattere fiscale in capo a FFM che era sorto a seguito di presentazione di interpello presentato all'Agenzia delle Entrate".
"Prevista nel contratto vi era poi comunque una clausola dove le parti convenivano, in caso di esito negativo dell’interpello, l’obbligo di rimodulare, sempre in buona fede, la durata del diritto di superficie. FFM su questo punto non ha mai avuto un atteggiamento di collaborazione, anzi, si è sempre limitata a cassare nei fatti, le proposte di rimodulazione con un “non ci piace” o “vi faremo sapere”.", secondo la ricostruzione di Vitali.
C'è di più. Tutta la vicenda, che pare sia urbanistica, viene addebitata a questa questione "fiscale" dal gruppo bergamasco: "È questo il tema principale e il motivo che, a nostro avviso, spiega l’atteggiamento di FFM e delle loro inadempienze nella gestione del contratto - fa sapere Vitali, che poi attacca a fondo - La fondazione non può sottrarsi al contratto preliminare, siamo in uno stato di diritto e i contratti si rispettano".
E il Comune? In una intervista ad Affari, Vitali invitava Sala a prendere una decisione. Adesso va dritto al punto: "Anche il Comune deve proseguire l'iter e non addurre pretesti. Se il Comune lo chiederà modificheremo il progetto o lo integreremo con quanto richiestoci, abbiamo chiesto una riunione e siamo in attesa che sia fissata, ma in ogni caso Milano Alta sarà realizzata. Il contratto è pienamente efficace, se la Fondazione avesse cambiato idea e non volesse assumersi gli oneri standard contrattualmente a suo carico, sarebbe comunque troppo tardi. Doveva pensarci prima di firmare il contratto. La Fondazione con la firma del preliminare di febbraio 2016 ci ha delegati allo sviluppo di Milano Alta e non è previsto contrattualmente che possa cambiare idea in corsa. Allo stato siamo pienamente titolati a portare avanti lo sviluppo del progetto Milano Alta e alla realizzazione degli edifici", insiste Vitali, che poi conclude: "Con lo stallo Milano si sta privando dell'1 per cento del proprio pil, 1000 persone stanno aspettando di iniziare i lavori di costruzione e 5000 vorrebbero utilizzare le strutture innovative che realizzeremo. Siamo certi che la Fondazione e il Comune rileggeranno la complessità della documentazione contrattuale e adempieranno in buona fede al preliminare". Altrimenti, inutile dirlo, saranno carte bollate...