Milano
Post Expo, Maroni: "Sì a progetto Renzi, ma regia sia in Lombardia"
Un sì convinto al progetto del governo per l'area Expo, a condizione che coinvolga le istituzioni lombarde attive nell'area della ricerca. Il presidente della Regione, Roberto Maroni, apre alle idee di Matteo Renzi, ma avverte anche che non e' tollerabile lo "scardinamento del modello lombardo. Mi piace il progetto in se' - ha spiegato - ma c'e' un punto debole fondamentale (la regia a Genova e Torino, ndr). In Lombardia ci sono tutti gli enti che possono realizzare questo progetto quindi io dico si' a condizione che siano coinvolte le istituzioni lombarde che si occupano di ricerca, altrimenti - ha avvertito - non puo' funzionare". Maroni ha quindi annunciato che formulera' ufficialmente questa richiesta a Renzi nella giornata di domani quando il premier sara' a Milano e ha chiesto alla Statale di individuare per conto della Regione quegli enti che da un punto di vista scientifico hanno conoscenze e caratura per la realizzazione del progetto. "La Statale - ha aggiunto Maroni - non puo' che essere in prima linea nella regia di un centro simile che viene insediato nella citta' di Milano".
Un "progetto complessivo", "una visione d'insieme" che sfrutti le potenzialita' dell'area Expo. Il rettore della Statale, Gianluca Vago, non mostra risentimenti per l'anticipazione del progetto di Matteo Renzi che riserverebbe a Genova e non a Milano la regia del grande polo di ricerca che il premier vorrebbe a Milano, e punta invece sulla positivita' della notizia di un interesse cosi' forte da parte del governo. "Non ne farei una questione di guide - ha detto Vago -. Sono contento che ci sia condivisione generale su quella che e' stata un po' la nostra idea, cioe' la destinazione delle aree per lo sviluppo della ricerca scientifica e la formazione oltre che del trasferimento tecnologico. Questo mi sembra un gran passo avanti. Sul coordinamento delle attivita' su quest'area gigantesca, piu' di 500mila metri quadrati, non e' nemmeno pensabile un solo attore-gestore, che sia Milano, Genova o Torino. Non sono stato coinvolto nel progetto - ha proseguito - vorrei prima leggerlo, il tema e' riuscire a trovare le condizioni perche' quell'area diventi un modello di sviluppo nel campo della ricerca e della formazione. Insisto sulla formazione perche' l'universita' fa quello".
Quanto allo specifico del campus universitario che la Statale vorrebbe realizzare nello stesso spazio, Vago ha riferito di "contatti" con il governo risalenti a sabato. "Il nostro progetto - ha ricordato - e' noto, secondo me non viene modificato in nulla da questa ipotesi che mi sembra anche piu' coerente rispetto ad altre che erano state avanzate anche nel progetto preliminare della Cdp. Mi fa solo piacere che ci sia un investimento di questo tipo - ha aggiunto -; come governarlo e rendere operativa questa idea lo vedremo nei prossimi giorni, naturalmente noi siamo a disposizione per qualsiasi tipo di discussione e valutazione. Io ho in mente un progetto molto chiaro, non un progetto della Statale, ma un progetto del sistema della ricerca milanese, lombardo e se possibile nazionale. Il tema e' capire il contributo di ciascuno. Forse - ha concluso - si sarebbe potuto discutere un po' prima, ma va benissimo, prendo il segnale molto positivo di un investimento a questo punto di tutti".
"A Parigi stanno già costruendo gli edifici in una operazione che unisce 8 università e 10 centri di ricerca. Lo Stato ha finanziato 7 miliardi di euro, 4 in infrastrutture e 3 in ricerca. Le imprese si prevede ne mettano 10. Questo è il livello competitivo, va tenuto presente, altrimenti si continua a parlare e si racconta una verità che è una mezza verità. Credo proprio che Renzi ne sia cosciente, domani se ne parlerà, questa è la dimensione della sfida che ci troviamo ad affrontare" con il progetto dell'università nell'area Expo, "non mi spaventa, ma non può essere che ci si divida con le bandierine del 'questo è mio, quello è tuo'. Farlo è una follia". Lo ha affermato il rettore della Statale, Gianluca Vago, a margine della Giornata aperta "10 idee per 100 anni" presso la Statale.
HUMAN TECHNOPOLE. ITALY 2040 - Il piano, presentato in anteprima sabato dal Corriere, prevede la riutilizzazione di 70mila metri quadri di terreni e si chiama “Human technopole. Italy 2040″. Martedì il presidente del consiglio Matteo Renzi lo presenterà ufficialmente a Milano. Il piano prevede la creazione di un centro di ricerca con lo scopo di studiare “il miglioramento della vita in tutti i suoi aspetti”. Alle 16, al Piccolo Teatro Grassi di via Rovello 2 l'incontro "Expo Milano 2015 - L'impegno continua".
Il polo sarà guidato dall'Istituto italiano di tecnologia, diretta dal 2005 da Roberto Cingolani, che collaborerà con altri due centri di eccellenza: l’Institute for international interchange di Torino, presieduto da Mario Rasetti e la Edmund Mach Foundation di Trento, con a capo Andrea Segré. Contatti anche con l’Università statale di Milano, col Politecnico di Milano, l’Assolombarda, l’European molecular biology Laboratory, il Weizman Institute, l’Ibm Watson Lab, Google e «un’ampia rete di ospedali di ricerca». Tra le imprese, della partita, oltre all’industria farmaceutica italiana, Bayer, Dupont, St Microelectronics, Ibm, Ferrero, Barilla, Crea, GlaxoSmithKline, Novartis, Nestlè, Unilever Syngenta. Infine, tra le fondazioni, la Umberto Veronesi, Benetton, San Paolo, Crt.
GELMINI: "DOPO EXPO, PROGETTO INTERESSANTE" - "Il progetto del governo per il dopo Expo è interessante - così anche Mariastella Gelmini, coordinatore regionale di Forza Italia Lombardia -. Credo che una realtà come l'Iit, l'Istituto italiano di tecnologia, fondato a Genova nel 2003 come strumento innovativo per l'Italia, possa essere un punto di riferimento e debba coinvolgere le eccellenze lombarde. Alla Lombardia non potrà essere attribuito un ruolo secondario. Credo che sia già nelle cose il coinvolgimento del Politecnico di Milano, di Assolombarda (che propende da sempre per un nuovo polo dell'innovazione e della scienza), dell'Università Statale, così come di altre eccellenze nel campo della ricerca. Sul fronte delle imprese e delle fondazioni, Milano e la Lombardia non potranno che essere protagoniste. E' fondamentale che si lavori tutti per accorciare i tempi. Alla politica il compito di facilitare un percorso virtuoso e non di complicare le cose, affinché si arrivi presto alla definizione di un progetto utile al Paese".