Se, scorrendo la lista dei cognomi più presenti a Milano, troviamo il “signor Rossi” tallonato dal cinese Hu, con Chen e Zhou in grande ascesa, significa solo che la nostra città è sempre più multietnica. In questa notizia (che poi notizia non è, visto che risale all’agosto dell’anno scorso) molti non troveranno niente di positivo, per i soliti motivi per cui l’immigrazione è temuta e osteggiata. Ma siccome “non si può fermare il vento con le mani” la #buonanuova alla milanese di oggi è che in città si continua a lavorare sulla strada dell’integrazione. Un ulteriore tassello ce lo ha messo Poste Italiane, che a fine luglio ha aperto il primo ufficio postale multilingue a Milano, precisamente in via Lomazzo. Spedire lettere, pacchi, denaro: sono tutti servizi che le Poste mettono a disposizione, e che sono soprattutto gli stranieri a utilizzare! I contatti con i parenti rimasti nel Paese d’origine sono indispensabili per loro, che spesso sono venuti in Italia in cerca di fortuna e di lavori meglio retribuiti con i quali, poi, dare sostentamento anche a chi è rimasto a casa. Tante volte, però, gli immigrati che hanno bisogno dell’ufficio postale hanno difficoltà a farsi capire e a capire ciò che gli viene proposto, ma con l’ufficio postale multilingue la principale barriera – quella linguistica, appunto – viene meno.
All’ingresso delle Poste di via Lomazzo è stata posizionata una colonnina gialla: non serve solo per prendere il numero, ma anzitutto per far scegliere la lingua tra italiano, inglese, spagnolo, arabo e cinese. Per ogni lingua c’è una fila diversa – perché l’efficienza milanese viene fuori anche in queste piccole cose – e per ogni fila c’è uno sportello con un addetto madrelingua. Per l’arabo c’è un tunisino: è Laghribi Karim, 36 anni, in Italia dal 2001; viste le sue origini, serve anche i clienti che parlano francese, che crediamo non siano pochi… L’italiano Martino Basilio è a disposizione (anche) di chi parla l’inglese, Ilaria Capone segue il cinese insieme alla madrelingua Yanyan Wu, mentre per lo spagnolo il riferimento è Carmen Lissette Betancourt Proano, Ecuador.
di Alessandro Fumagalli (www.milanoincontemporanea.com)
Se, scorrendo la lista dei cognomi più presenti a Milano, troviamo il “signor Rossi” tallonato dal cinese Hu, con Chen e Zhou in grande ascesa, significa solo che la nostra città è sempre più multietnica. In questa notizia (che poi notizia non è, visto che risale all’agosto dell’anno scorso) molti non troveranno niente di positivo, per i soliti motivi per cui l’immigrazione è temuta e osteggiata. Ma siccome “non si può fermare il vento con le mani” la #buonanuova alla milanese di oggi è che in città si continua a lavorare sulla strada dell’integrazione. Un ulteriore tassello ce lo ha messo Poste Italiane, che a fine luglio ha aperto il primo ufficio postale multilingue a Milano, precisamente in via Lomazzo. Spedire lettere, pacchi, denaro: sono tutti servizi che le Poste mettono a disposizione, e che sono soprattutto gli stranieri a utilizzare! I contatti con i parenti rimasti nel Paese d’origine sono indispensabili per loro, che spesso sono venuti in Italia in cerca di fortuna e di lavori meglio retribuiti con i quali, poi, dare sostentamento anche a chi è rimasto a casa. Tante volte, però, gli immigrati che hanno bisogno dell’ufficio postale hanno difficoltà a farsi capire e a capire ciò che gli viene proposto, ma con l’ufficio postale multilingue la principale barriera – quella linguistica, appunto – viene meno.
All’ingresso delle Poste di via Lomazzo è stata posizionata una colonnina gialla: non serve solo per prendere il numero, ma anzitutto per far scegliere la lingua tra italiano, inglese, spagnolo, arabo e cinese. Per ogni lingua c’è una fila diversa – perché l’efficienza milanese viene fuori anche in queste piccole cose – e per ogni fila c’è uno sportello con un addetto madrelingua. Per l’arabo c’è un tunisino: è Laghribi Karim, 36 anni, in Italia dal 2001; viste le sue origini, serve anche i clienti che parlano francese, che crediamo non siano pochi… L’italiano Martino Basilio è a disposizione (anche) di chi parla l’inglese, Ilaria Capone segue il cinese insieme alla madrelingua Yanyan Wu, mentre per lo spagnolo il riferimento è Carmen Lissette Betancourt Proano, Ecuador.
di Alessandro Fumagalli (www.milanoincontemporanea.com)