Milano

Povertà educativa in Lombardia: una scuola su cinque è "vetusta"

Il report di Openpolis e Con i bambini sulla povertà educativa in Lombardia, tra accessibilità al web e edifici vetusti. Buffagni: Roma dimentica il territorio

Povertà educativa in Lombardia: una scuola su cinque è "vetusta"

Raggiungibilita' delle scuole lombarde, presenza di edifici vetusti e accessibilita' alle connessioni ultraveloci. Questi i temi toccati dal report 'Le mappe della poverta' educativa in Lombardia', realizzato dall'osservatorio curato da Openpolis e Con i Bambini. Nell'estensione della banda larga ultraveloce su rete fissa (con velocita' teorica superiore a 100 Mbps), si sottolinea nella ricerca, incide la conformazione territoriale della Lombardia (circa il 10% dei minori residenti nella regione vive in comuni classificati da Istat come montagna interna). Nella situazione delle reti, la Lombardia ha dati in linea con la media nazionale. Le differenze all'interno della regione sono tuttavia di rilievo, considerato soprattutto che esiste un notevole gap tra area montana e metropolitana, che diventa sempre piu' marcato man mano che si passa a tecnologie piu' potenti. Per la banda larga ultraveloce (con velocita' teorica superiore a 100 Mbps) nell'area metropolitana di Milano c'e' una copertura superiore al 60% mentre nella provincia di Sondrio la copertura e' del 14%. Rispetto alla provincia di Sondrio, Milano mostra una diffusione molto piu' capillare tra i diversi comuni dell'area metropolitana. Quasi 9 su 10 hanno almeno una parte di famiglie potenzialmente raggiunte dalla rete fissa a oltre 100 Mbps, una quota che varia molto comunque tra il centro e le periferie. Il comune di Milano e' una delle citta' in Italia con maggiore diffusione di dispositivi digitali nelle scuole (quasi la meta' degli studenti milanesi - 44,5% - studia in un plesso con oltre 10 pc, contro il 36-37% di Roma e Napoli)

Allo stesso tempo pero' non e' affatto trascurabile la quota di alunni che frequentano scuole che dichiarano 0 dispositivi: sono il 14% del totale. Tenendo conto che per circa il 40% delle scuole questo dato non e' disponibile, la piu' elevata concentrazione di plessi con un maggior numero di pc si riscontra nelle zone corrispondenti ai cap 20131 (zona Casoretto-Citta' studi), 20161 (Affori-Bruzzano) e 20149 (Portello-Fiera). Nella prima, il numero di dispositivi raggiunge i 31,7 pc e tablet ogni 100 alunni, cioe' quasi 1 computer ogni 3 studenti nelle scuole della zona. Nella seconda il dato supera i 20 pc e tablet ogni 100 alunni. Nella terza, sono circa 16 ogni 100 studenti. L'emergenza sanitaria ha limitato la frequenza delle lezioni scolastiche in presenza. Cio' non toglie che la Scuola rimanga il luogo dove normalmente bambini e ragazzi passano molta parte del proprio tempo fuori casa.

Ma come viene valutato il livello di sicurezza degli edifici? Sul totale delle strutture statali della Lombardia, il 20,43 % e' considerato vetusto (con piu' di 50 anni, da definizione del Miur), un dato che supera la media nazionale (17,83%). Anche in questo caso con forti differenze interne: nelle province di Cremona, Pavia e Mantova oltre il 30% delle scuole sono classificate come vetuste. Seguono i territori di Lodi e Como con 20,43%. Chiude la graduatoria la provincia di Monza Brianza (13,8%). L'89,2% degli edifici scolastici statali in Lombardia e' raggiungibile con almeno un mezzo alternativo all'automobile, attraverso mezzi di trasporto pubblico (di tipo urbano, interurbano o ferroviario) o con lo scuolabus. Un dato superiore alla media nazionale (86%). Analizzando i singoli territori, insieme alla provincia di Pavia la citta' metropolitana di Milano e' l'unica a non superare la media nazionale. Sono 6 su 12 le province lombarde con piu' del 90% di scuole raggiungibili col trasporto pubblico (Bergamo ha il record con 97,7%).

Nel Milanese solo il 78% delle scuole raggiunte dai mezzi pubblici

La Citta' metropolitana di Milano e' ultima in Lombardia, e sotto la media italiana, per la percentuale di scuole raggiunte dal trasporto pubblico. Questo quanto emerge nel report 'Le mappe della poverta' educativa in Lombardia', presentato questa mattina in sala Gonfalone a Palazzo Pirelli. La prima provincia lombarda in questa classifica e' Bergamo, con il 97,7% di scuole raggiunte dal trasporto pubblico, seguita da Lodi (97,4%) e Lecco (96,7%). Milano e' ultima a 78,6%, preceduta dalle province di Pavia (85,7%) e Varese (86,3%). La media lombarda e' 89,2%, mentre quella italiana scende all'86%.

Buffagni: "I palazzi romani dimenticano quello che succede nel Paese"

Collegato in video alla presentazione del report, in sala Gonfalone a Palazzo Pirelli, anche il viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni: "Mentre la politica nei palazzi romani si dimentica di quello che succede nel Paese, per fortuna c'e' qualcuno che continua a lavorare, come il network del terzo settore".

foto convegno
 

All'evento hanno partecipato anche Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale della Lombardia; Alessandra Locatelli, assessore alla Famiglia, Solidarieta' sociale, Disabilita' e Pari opportunita' della Regione Lombardia; Vincenzo Smaldore, Openpolis; Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo; Carlo Borgomeo, presidente Con i Bambini; Riccardo Bettiga, garante per l'infanzia e l'adolescenza della Lombardia.

"L'emergenza Covid - ha detto Fermi - ha fatto emergere esigenze nuove, come l'importanza di disporre di connessioni domestiche veloci e di dispositivi per seguire la didattica a distanza. Accanto agli ambiti tradizionali come asili nido, Scuola, servizi culturali e ricreativi, e' necessario intervenire per accelerare e potenziare il processo di digitalizzazione in atto che vede ancora molti territori della Lombardia in ritardo e in difficolta'. Resta poi purtroppo di grande attualita' il tema dell'edilizia scolastica sul territorio. In Lombardia il 20,43% degli edifici scolastici statali ha oltre 50 anni, un dato che supera la media nazionale di quasi 3 punti percentuali. Due temi che devono essere inseriti tra le priorita' dell'agenda regionale e che necessitano di sostegno e attenzione massima da parte delle istituzioni". "Le istituzioni - ha aggiunto Violi - non sono abituate a ragionare sui dati e le politiche finora adottate quasi mai hanno tenuto conto delle reali esigenze dei territori. Considerato che nei prossimi anni sara' sempre piu' necessario conciliare la vita lavorativa con quella familiare, e' inaccettabile che solo il 34% delle famiglie lombarde sia raggiunto dalla banda larga ultraveloce. Inoltre, i divari tra citta' e provincia sono ancora troppo marcati, anche all'interno di una regione sviluppata come quella della Lombardia, dove vivono oltre 1,6 milioni di bambini e ragazzi. Pertanto, credo che la diffusione delle connessioni ultraveloci e la digitalizzazione debbano essere al centro delle battaglie politiche dei prossimi anni".








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