Preferenze, male i “boeriani”. Ecco i migliori e peggiori Dem

di Fabio Massa

Gioco crudele, quello delle preferenze. In pochi le esprimono, in tanti le cercano. Difficilissimo conquistarle. Ad urne chiuse una prima parte della partita è già finita: quella per capire chi sono i veri capi del Pd milanese, ad esempio. E come si distribuisce la forza tra le correnti. Aspettando il risultato del secondo turno che decreterà il premio o meno di maggioranza (in caso di vittoria di Parisi, ovviamente non scatterebbe per i Dem). In testa, con grande distacco dal secondo, c’è Pierfrancesco Majorino. 7582 per il non renziano fuori dagli schemi. L’assessore al Welfare la cui campagna la si può riassumere proprio nel suo ultimo slogan: “Ho cominciato la campagna a luglio, votami a giugno”.

Un periodo di sovraesposizione lunghissimo per una persona comunque al di fuori degli schemi renziani, ex civatiano e comunque su posizioni più radicali. Secondo invece è un renziano doc, Pierfrancesco Maran, a quota 5193. Ottimo risultato per uno dei veri leader dello 02PD, l’uomo chiamato ad aprire la campagna di Beppe Sala, l’assessore che ha messo la faccia nelle scelte più difficili della giunta Pisapia (la rissa in zona 1 su Area C è rimasta nella storia). Poi a sorpresa arriva il cattolico Marco Granelli, assessore alla sicurezza (3183) che sopravanza Carmela Rozza (3075). Benissimo anche Milly Moratti, a quota 1756. Il derby musulmano tra Sumaya Abdel Qader e Maria Ismail lo vince nettamente la prima, esponente islamica accusata di essere vicina ai Fratelli Musulmani (vicinanza che lei ha sempe smentito), sulla boeriana, che finisce quasi triplicata. Basso anche Daniele Nahum, su quota 649, anche lui boeriano. Molto bene Anna Scavuzzo, ex arancione, ex boyscout: 2216 voti. E le altre correnti? Area Dem si piazza comunque bene con il “solito” Rosario Pantaleo, ras della zona 7: 1383 voti. Bassissimi Ettore Martinelli (381 voti), l’esperto Aldo Ugliano (781 voti). Risultato interlocutorio per Filippo Barberis, comunque tra i migliori, a quota 1302.

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