Prima della Scala con Andrea Chénier: torna un'opera verista dopo 54 anni
Era dal 1963 che la Scala non apriva con un'opera verista
Scala: Chailly, dal 1963 stagione non apriva con opera verista
"E' dal 1963 che la Scala non apriva una sua stagione con un'opera del periodo verista, che e' un periodo importantissimo della musica italiana e al suo tempo fu un'evoluzione". Se ne rammarica il Maestro Riccardo Chailly, parlando dell' 'Andrea Che'nier' di Umberto Giordano che domani aprira' il cartellone scaligero nella serata di Sant'Ambrogio, nell'ormai tradizionale incontro della vigilia in un quartiere della periferia milanese, per l'occasione il Centro francescano Rosetum (zona Gambara). Un intervistatore d'eccezione quale l'assessore alla Cultura del comune di Milano, Filippo Del Corno, egli stesso musicista e compositore, lo ha stimolato su questo tema, sottolineando come sia significativo per la Scala aprire domani con questo titolo, proprio per riaffermare il valore positivo di questo filone del melodramma italiano.
E Chailly ha osservato come non sia giusto "attendere 32 anni prima di riproporre Che'nier. Io mi sono meravigliato del fatto che solo pochi professori d'orchestra, otto in tutto, conoscevano quest'opera magnifica per averla gia' eseguita. Con tutti gli altri ho dovuto fare un lavoro dall'inizio. Ed e' significativo l'entusiasmo con cui molti giovani musicisti mi hanno manifestato entusiasmo per questa partitura musicale". Per Chailly "la modernita' di quest'opera sta nel linguaggio musicale e strumentale che nell'orchestra evoca continui stati d'animo in un impegno sinfonico corale. In questo - aggiunge - il compositore era decisamente avanti per il suo tempo, esprimendo una sorta di sceneggiatura neo-cinematografica. Lo stesso ritmo del primo e del terzo atto, ad esempio, e' pensato con un ritmo di esecuzione scenica, come fosse la sceneggiatura di un film". E in questo, Chailly vede un parallelo con la Boheme di Puccini, "con cui ci sono molte similitudini".