Primarie Milano, Grillo attacca il "Pd made in China"
Il popolo del Centrosinistra milanese torna alle urne in una giornata di forte pioggia per la seconda tornata di primarie, e a tenere banco è ancora la polemica sulla partecipazione della comunità cinese al voto. Con Grillo che attacca e Renzi che a stretto giro replica. "Le primarie del Pd sono taroccate" tuona il leader del M5S, in difficoltà dopo il dietrofront sul disegno di legge delle unioni civili sul quale lascia ora ai suoi libertà di coscienza. Facile parlare per "chi fa le primarie con 50 clic", ribatte il presidente del Consiglio. "Hanno sempre da ridire sulle nostre primarie - dice Renzi - quelli che mandano cinquanta persone a fare clic. Si lamentano delle nostre primarie con migliaia di persone, siamo gli unici - sottolinea - ad avere il coraggio a farle. Gli altri si mettono a fondo campo e parlano".
L'affondo di Grillo - Dalle pagine del suo blog Beppe Grillo riporta il racconto del presidente di seggio della sezione Lama e lo scettismo sulla "partecipazione cinese inaspettata" e "una serie di operazioni sospette: non capiscono e non sanno leggere l'italiano e aprono la scheda per sapere dov'è il nome". Grillo insiste sulle voci di "alcuni cinesi che hanno aspettato indicazioni per votare", altri che "hanno fatto riferimento alla traduttrice" e altri ancora che "giravano per la sezione chiedendo ingenuamente ai rappresentanti ai seggi per chi avrebbero dovuto esprimere la preferenza". Altri, dice anche, "volevano entrare per accompagnare l'amico e insegnargli come votare". "Il candidato sindaco Pd a Milano - conclude Grillo - non sarà scelto dai milanesi o dai militanti Pd (esistono ancora?) ma da cinesi che sanno a malapena parlare l'italiano. Un #pdmadeinchina".
La seconda giornata di voto - L'obiettivo per il centrosinistra è bissare il 67mila delle consultazioni del trionfo di Pisapia. Ai nove seggi speciali tenuti aperti ieri si sono presentate 7.750 persone. Per gli amanti delle statistiche: il 49 per cento maschi e per il 51 per cento femmine, il 7 per cento dei votanti giovani under 30, il 4 per cento stranieri. In alcuni seggi ci sono stati anche quaranta minuti di fila al mattino. Si riparte dalle 8, e ci sarà tempo fino alle 20. Si vota esclusivamente nel seggio collegato alla propria residenza, per scoprire qual è basta consultare il sito primariemilano. it.
Le polemiche sugli stranieri residenti - Anche quella di sabato è stata una giornata, comunque, condita dalle polemiche sui social network. Soprattutto perché, per la prima volta, la comunità cinese ha partecipato attivamente alla consultazione. Con centinaia di votanti che si sono presentati ai seggi con in testa un voto ben preciso, quello per Sala. Nella zona di via Sarpi, la Chinatown di Milano, è stato montato anche un gazebo, con scritte in cinese e in italiano per spiegare le modalità di voto, dove si trovano i seggi e quali sono i candidati. In zona 8 e 9 ci sono state le percentuali più alte di voto per gli stranieri, con il 10 per cento del totale.
Le reazioni - "Siamo stati e saremo tutti impegnati nella massima vigilanza", assicura la segretaria di Sel Anita Pirovano. Per il segretario del Pd Pietro Bussolati c'è stato un "clima di correttezza e regolarità ovunque". Matteo Salvini sarcastico: "File di cinesi, molti dei quali intervistati dalle tivù non parlano neanche italiano, votano il renziano Sala alle primarie Pd per Milano. Che pena, povera Milano e povera sinistra". Alla fine però sono dovute intervenire anche alcune associazioni di stranieri con un comunicato congiunto: "Le comunità di Milano sono orgogliose di promuovere la partecipazione al voto per le primarie: è questo un primo importante passo per essere soggetti attivi nel processo democratico di partecipazione politica". Tra i votanti - altro spunto polemico dell'antipasto del sabato - c'è stato anche il voto di Mattia Malgara, membro del direttivo di Forza Italia fino al novembre del 2014. "Mi piace Sala, è il candidato della città che vorrei".