Milano

Congresso Pd, Gasparini: "Senza candidatura Minniti nessuna discussione"

Daniela Gasparini è una delle colonne portanti del Partito Democratico. Per tre volte sindaco a Cinisello Balsamo, poi parlamentare, non si è ricandidata alle ultime elezioni. Ma continua a seguire in modo assai attivo la vita politica del partito. E interviene in una intervista ad Affaritaliani.it Milano nella contesa per la segreteria metropolitana che vede opposti Alessandro Capelli e Santo Minniti, schierandosi nettamente per quest'ultimo.

La maggior parte delle aree politiche sembra convergere su Capelli, perché la vecchia guardia sostiene Minniti?

La candidatura di Minniti ci ha permesso di discutere nel merito le differenze. Ho sempre pensato che l’unità si trovi dopo una discussione. Sostengo Minniti perché ha avuto il coraggio di candidarsi, porre delle domande e illustrare delle proposte. Santo ha dimostrato di avere non solo leadership ma anche grande capacità di dialogo con mondi differenti. 

Qualche riformista che sosteneva Bonaccini al congresso, sosterrà Minniti. Altri, invece, appoggeranno Capelli? Perché un riformista dovrebbe sostenere Minniti? 

Essere riformisti significa cercare soluzioni concrete ai problemi che pone la contemporaneità. Minniti ha esperienze amministrative e politiche e permetterà di trasformare l’utopia in realtà. Credo che serva capacità di sognare ma anche di avere i piedi ben piantati nella realtà. Un riformista se vuole essere riformista deve scegliere gli strumenti giusti. Certamente Capelli é una persona di valore ma non ha certamente una conoscenza amministrativa e del partito paragonabile a quella di Minniti. 

Qualche 'bonacciniano' sostiene di aver ricevuto garanzie politiche di un partito aperto e plurale da Capelli, che ha accolto alcune delle loro istanze. Come risponde? 

Sono le stesse persone che dichiarano che serve apertura verso gli iscritti, coinvolgimento, attenzione al popolo del Pd. Non capisco sinceramente a nome di chi hanno trattato e per fare cosa. Parliamo forse di un tornaconto personale. Trovo insopportabile non ci sia trasparenza nelle decisioni, queste persone hanno trattato per loro. Il Pd deve avere il coraggio di fare scelte il più largamente partecipate.

Che tipo di visione deve avere il Pd metropolitano anche nel rapporto con il sindaco Sala, che non si ricandiderà  nel 2027? Il vantaggio di Minniti sta nella sua esperienza amministrativa da segretario di circolo e presidente di Municipio?

Se è vero come è vero che Milano e’ una grande area metropolitana il doppio ruolo di sindaco di Milano e metropolitano non ha funzionato. E’ mancata sia la visione che la strategia su moltissimi temi. Ora più che mai é necessario allargare i confini e sono certa che Santo Minniti ha le capacità per portare avanti una rottura con il passato. La sua gamma di esperienze, sicuramente più ampie rispetto a quelle di Capelli, fanno di lui il candidato più capace è credibile per confrontarsi con la realtà metropolitana milanese, con gli iscritti e con tutti gli stakeholders.








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