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Processo Genovese, il legale:“Anche l’ex fidanzata vittima di Alberto”
Alberto Genovese

Processo Genovese, il legale: “Anche l’ex fidanzata vittima di Alberto”

Anche Sarah Borruso deve essere considerata una vittima di Alberto Genovese". E' quanto ha sostenuto l'avvocato Gianmaria Palminteri, legale dell'allora fidanzata dell'ex imprenditore del web nel processo con rito abbreviato in cui la giovane è imputata per violenza sessuale di gruppo per gli abusi che avrebbe commesso insieme Genovese ai danni di una 23enne durante una festa a base di alcol e droga a Villa Lolita a Ibiza. Per la difesa, Borruso, seppure partecipe, non ha fornito "alcun contribuito materiale" alla violenza. La procura ha chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi per la ragazza. Assoluzione con la formula piu' ampia l'istanza al gup Chiara Valori del legale Palminteri. Dopo una breve pausa, e' iniziato l'intervento dei difensori di Genovese.

Il legale di Genovese: "Vizio parziale di mente"

Un'assoluzione piena e una condanna con una pena lieve dovuta al riconoscimento del vizio parziale di mente. E' quanto hanno chiesto gli avvocati difensori di Alberto Genovese al termine di un'arringa durata quattro ore nel corso del processo con rito abbreviato in corso a Milano in cui il 45enne e' imputato per violenza sessuale e cessione e detenzione di stupefacenti. L'assoluzione per "insussistenza del fatto" riguarda la presunta violenza che l'ex imprenditore del web avrebbe commesso nel luglio 2020 insieme all'allora fidanzata Sarah Borruso ai danni di una ragazza 23enne durante una festa a base di alcol e droga sull'isola di Ibiza a Villa Lolita. In particolare, i legali Luigi Isolabella, Davide Ferrari e Stefano Solida hanno evidenziato il consenso della vittima ad avere un rapporto sessuale con Genovese. Per il caso della modella di 18 anni, vittima di abusi sessuali tra il 10 e l'11 ottobre 2020 nell'attico in centro a Milano ribattezzato "Terrazza Sentimento", e' stata invece sollevata la questione sul fatto che la capacita' di intendere e di volere" di Genovese "fosse, al momento dei fatti, quanto grandemente scemata". E questo sulla base di una consulenza tecnica di parte che ha individuato "un'alterazione cognitiva dovuta all'abuso di sostanze" che "ha impedito" al 45enne "di discernere pienamente i confini" tra "il consenso iniziale della ragazza" e il "successivo venire meno" dello stesso. Al termine dell'udienza Genoveseaccompagnato dalla sorella e il suo pool di avvocati hanno lasciato il palazzo di giustizia. Si torna in aula il prossimo 19 settembre quando dopo le eventuali repliche delle parti, il gup Chiara Valori si ritirera' in camera di consiglio per uscire con la sentenza.

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