Milano
Prof fatto a pezzi e chiuso nel trolley: "Civardi voleva uccidere qualcuno"
"Civardi era disturbato dal fatto che il professor Manesco fosse un pedofilo e che se dovevamo uccidere qualcuno, Manesco era la persona che meritava di più poiché faceva del male ai bambini": questa è parte della deposizione di fronte alla Corte di Assise di Paolo Grassi, il ragazzo di Codogno condannato qualche mese fa in primo grado all'ergastolo per l'assassinio di Adriano Manesco ed ora chiamato a testimoniare nel processo a carico dell'amico Gianluca Civardi, imputato per il medesimo delitto avvenuto il 7 agosto 2014. In tale data i due avrebbero strangolato e accoltellato a morte il 77enne docente di Estetica nel suo appartamento milanese di via Settembrini. Poi, ne hanno smembrato il corpo, chiudendo i resti in un trolley e buttando il cadavere in un cassonetto della spazzatura a Lodi, nei pressi della stazione dei treni.
"Quel giorno al market - sono ancora parole di Grassi - Gianluca Civardi mi confidò che prima di morire avrebbe voluto assaporare l’emozione di uccidere un uomo". Grassi ha ammesso davanti al pm Maria Teresa Latella che "tutto il piano è stato deciso di comune accordo sia quando si trattava di entrare in possesso dei dati bancari della vittima sia nella pianificazione dell’omicidio", idea maturata gradualmente. Il piano prevedeva anche di trasferire i soldi del docente, con cui Civardi era entrato in contatto nel 2012, su un proprio conto corrente, commettere l'omicidio e fuggire all'estero, in qualche luogo esotico. Così Grassi ricorda l'assassinio: "Civardi era seduto sul divano. Manesco afferrò un atlante per mostrarci alcune cartine. Si mise in ginocchio per sfogliarlo. Era in una posizione favorevole. A quel punto Civardi gli tappò la bocca con due guanti in pelle. Io presi un laccio e gli legai le mani. Lo spaventammo, Civardi con un coltellino che gli passai, e io con un taser. Il professore era impaurito e Civardi gli disse che non gli sarebbe accaduto nulla se ci avesse dato tutti i dati bancari riferiti all’home banking. Lui si calmò e ce li diede. Andai nell’altra stanza e verificai che i dati erano corretti. Poi tornai, Civardi, mentre gli teneva tappata la bocca, tirò fuori un laccio sottile dalla mia tasca e iniziò a strangolarlo". Quindi l'accoltellamento: "Chiudemmo il corpo mutilato in una delle tre valigie e, dopo aver pulito tutto, la trasportammo a fatica giù per le scale".