Milano

Raddoppiano le chiusure delle imprese lombarde: 17.754 nel III trimestre 2022

Il fenomeno potrebbe rappresentare l'avvio di un processo di «smaltimento» delle mancate cessazioni degli anni scorsi dovute alle misure di sostegno

Raddoppiano le chiusure delle imprese lombarde: 17.754 nel terzo trimestre 2022

(IMPRESE-LAVORO.COM) Milano - In Lombardia nel terzo trimestre 2022 crescono le cessazioni di impresa (17.754), che risultano più che raddoppiate su base annua (+144,3%). L’incremento è guidato dalle cancellazioni d’ufficio (10.048), messe in atto dalle Camere di Commercio per eliminare posizioni formalmente attive ma non più operative; aumentano comunque anche le cessazioni dichiarate dalle imprese (7.526), sebbene meno intensamente. Il fenomeno potrebbe rappresentare l’avvio di un processo di «smaltimento» delle mancate cessazioni degli anni scorsi, caratterizzati da bassi livelli di mortalità anche grazie alle misure di sostegno intraprese per contrastare gli effetti della pandemia.

All’incremento delle cessazioni si accompagna una stabilità delle iscrizioni (10.630, pari a +0,2%), che si confermano sui livelli pre-Covid. Il dato testimonia la resilienza della Lombardia di fronte al peggioramento delle prospettive economiche: a livello italiano il flusso di nuove imprese risulta infatti in diminuzione. Tale dinamica di iscrizioni e cessazioni si traduce in un calo complessivo del numero di imprese lombarde attive (con un -0,6% su base annua sono ora 818.305) dopo 6 trimestri di crescita.

Auricchio (Unioncamere Lombardia): "L'aumento delle cessazioni d'impresa è un campanello d'allarme"

“L’aumento delle cessazioni d’impresa è un campanello d’allarme: dopo la crisi dovuta alla pandemia, il conflitto in Ucraina e le tensioni sui mercati dell’energia stanno mettendo a dura prova il nostro sistema economico – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – se le prospettive continueranno a deteriorarsi, anche la propensione a fare impresa potrebbe risentirne e il fenomeno potrebbe proseguire nei prossimi trimestri”. La diminuzione del numero di imprese attive risulta particolarmente intensa nel commercio (-2,6%), nell’industria (-2,6%) e nelle attività di alloggio e ristorazione (-1,8%). Anche le costruzioni tornano in territorio negativo (-1,3%): lo stock di imprese edili rimane comunque ampiamente superiore ai livelli pre-Covid. L’agricoltura conferma la tendenza strutturale al ridimensionamento (-0,9%), sebbene il processo di contrazione stia rallentando. Gli altri servizi rimangono il solo settore in crescita (+1,7%).







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