Milano

Ramy, l'amico alla guida dello scooter denuncia quattro carabinieri

Fares Bouzidi deposita in Procura la denuncia nei confronti dei quattro carabinieri coinvolti nell'inseguimento che portò alla morte a Milano di Ramy Elgaml

di redazione

Ramy, l'amico alla guida dello scooter denuncia quattro carabinieri

Fares Bouzidi, il giovane alla guida dello scooter sul quale viaggiava Ramy Elgaml, ha depositato in Procura una denuncia a carico di 4 carabinieri del Nucleo Radiomobile di Milano coinvolti nell'inseguimento che porto' alla morte di Ramy il 24 novembre dello scorso anno. Uno dei militari e' stato denunciato per lesioni personali perche', si legge nell'atto visionato dall'AGI, "quale carabiniere in servizio alla guida della vettura denominata Volpe 40, Alfa Romeo Giulietta, mentre mi inseguiva per la fuga che ponevo in essere alla guida del motociclo di mia proprieta' Yamaha T-Max, giunto all'intersezione tra la via Ripamonti e la via Quaranta di Milano, deliberatamente mi speronava urtando con la parte anteriore sinistra della vettura condotta la parte posteriore destra del motociclo, causandone la perdita di controllo e comprimendo il motociclo contro il palo semaforico presente che veniva abbattuto dall'autovettura stessa, cosi' cagionandomi lesioni personali".

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Le accuse di  "lesioni personali" e "falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale"

Nei confronti di questo stesso militare e di altri tre, Bouzidi ha presentato denuncia per il reato di 'falsita' ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici'. "In concorso tra loro, in qualita' di pubblici ufficiali nell'esercizio delle proprie funzioni formando il verbale di arresto a mio carico attestavano falsamente fatti dei quali l'atto e' destinato a provare la verita' e nel dettaglio. In relazione alla caduta del motociclo da me condotto attestavano che "A causa del sovrasterzo scivolava scarrocciando a velocita' sostenuta sul marciapiede sino ad impattare prima con il palo semaforico pedonale e terminando la sua corsa contro un'aiuola presente" omettendo quindi di affermare che la vettura condotta dal carabiniere A.L. speronava volontariamente il motociclo da me condotto e che la caduta al suolo era causata da tale speronamento e dalla successiva spinta e compressione del motociclo contro il palo semaforico esistente, cosi' come dimostrato dai video delle telecamere di vigilanza stradale e dalla ricostruzione redatta dalla Polizia Locale di Milano".

Bouzidi indagato per resistenza a pubblico ufficiale e omicidio stradale

Inoltre, prosegue Bouzidi, "al fine di evitare che quanto falsamente attestato al punto precedente venisse smentito ometteva di indicare la presenza sul luogo dei fatti del testimone oculare E. O., omettendo di indicare le dichiarazioni dallo stesso rese". Bouzidi, che sara' processato col rito immediato per resistenza a pubblico ufficiale ed e' indagato per omicidio stradale, contesta anche che i militari "attestavano che nella mia tasca e' stata rinvenuta una catenina in verosimile oro giallo chiaramente danneggiata a seguito di un probabile furto con strappo/rapina, pur avendo piena consapevolezza del legittimo possesso della stessa avendo N.Z. Z visto l'operatrice sanitaria slacciarla dal mio collo al fine di applicarmi il collare ortopedico e avendola nel frangente sentita mentre mi informava che la riponeva nella mia tasca". Nella denuncia, presentata attraverso la sua legale Debora Piazza, il giovane chiede anche di riunire i due procedimenti sul caso: quello che vede indagati i carabinieri e quello per la morte di Ramy.

Il carabiniere: "Video cancellato? Abbiamo diffidato a divulgare immagini dei soccorsi"

Uno dei due carabinieri indagati per depistaggio e frode processuale e favoreggiamento, interrogato oggi in Procura ha detto che si sono avvicinati al testimone  solo per diffidarlo dal divulgare quelle immagini, convinti che avesse fatto un video delle fasi dei soccorsi e del massaggio cardiaco, immagini poco etiche che non avrebbe dovuto mandare in giro. Simile, pare, la versione ai pm dell'altro carabiniere sentito.


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