Milano
Ramy, un secondo testimone rivela: "Anche a me i carabinieri hanno fatto cancellare un video"
Emerge una seconda testimonianza di un giovane che ha assistito all'inseguimento in Corvetto a Milano culminato con il fatale incidente di Ramy Elgaml. Le Iene pronte al lavoro per recuperare i filmati e mostrarli nella puntata dell'8 dicembre
Ramy, un secondo testimone rivela: "Anche a me i carabinieri hanno fatto cancellare un video"
Morte di Ramy Elgaml al termine di un drammatico inseguimento dei carabinieri nella notte del 24 novembre tra via Ripamonti e via Quaranta a Milano: una seconda testimonianza riferisce di aver girato un video di quei drammatici momenti. Filmato che poi i militari gli avrebbero chiesto di cancellare. Testimonianza molto simile a quella che già era emersa pochi giorni fa, come raccontato da Affaritaliani.it Milano. Il racconto del secondo testimone è stato al centro di una audizione davanti al pm Marco Cirigliano martedì 3 dicembre.
Come ricostruisce oggi il quotidiano Il Giorno, il giovane ha detto di aver visto un TMax con due ragazzi in sella, inseguito da una Giulietta dei carabinieri,passare a tutta velocità, costringendolo a indietreggiare di qualche passo per evitare di trovarsi nel punto d’impatto. Un video mostra le sue gambe illuminate dai fari dell’auto. Lo scooterista, sprovvisto di patente e - come poi si è appreso - positivo al Thc, avrebbe tentato di girare a sinistra senza completare la manovra. La Giulietta, nel tentativo di evitare l’impatto, avrebbe frenato bruscamente, producendo un rumore di gomme sulle rotaie del tram. Poco dopo, lo scontro tra i due veicoli ha provocato l’uscita di strada di entrambi: il TMax è finito contro il marciapiede, disarcionando i due ragazzi, mentre l’auto dei carabinieri si è schiantata contro un semaforo, lo stesso che potrebbe aver colpito il diciannovenne Ramy Elgaml, poi deceduto.
Morte di Ramy Elgaml, la seconda testimonianza
Il testimone ha riferito che l’incidente sarebbe stato fortuito, conseguenza della dinamica concitata dell’inseguimento, escludendo un gesto deliberato da parte dell’autista della Giulietta. Tuttavia, ha aggiunto un dettaglio significativo: avrebbe registrato un video con il cellulare poco prima dell’incidente, ma i carabinieri gli avrebbero chiesto di cancellarlo. Ha dichiarato che il contenuto non è stato visionato dai militari prima della cancellazione. Lo smartphone è stato sequestrato e sarà sottoposto ad analisi tecniche per verificare la veridicità di questa affermazione.
L’indagine coinvolge attualmente il vicebrigadiere alla guida della Giulietta e l’altro sopravvissuto, Bouzidi. Quest’ultimo, ancora convalescente dopo un intervento chirurgico, non è stato ancora interrogato dal gip. Parallelamente, gli inquirenti stanno esaminando diversi aspetti: la possibile collisione tra i veicoli, accertata inizialmente dalla polizia locale che ha segnalato un urto tra il fianco sinistro della Giulietta e il retro del TMax; l’analisi dei filmati di una telecamera comunale, che però non forniscono certezze assolute; e la ricostruzione dell’inseguimento iniziato intorno alle 3.40 nella zona di corso Como, attraverso immagini di telecamere stradali, dashcam, bodycam e comunicazioni radio tra gli equipaggi coinvolti.
Un ulteriore fronte riguarda gli oggetti rinvenuti nel borsello di Bouzidi – una catenina d’oro spezzata, 850 euro e uno spray al peperoncino – e la possibile correlazione con scippi o rapine avvenuti quella notte. L’indagine continua a svilupparsi su più livelli, con l’obiettivo di chiarire ogni dettaglio di una vicenda che ha sconvolto la città.
Il testimone delle Iene, la smentita dei carabinieri ed il tentativo di recuperare e mandare in onda il video
La prima testimonianza era stata invece ripresa dal programma Mediaset Le Iene. Provocando una secca smentita da parte del Comando generale dei carabinieri: "Quanto alla storia dei presunti video dell’incidente, rilanciata anche dal programma di Mediaset “Le Iene” (“I carabinieri hanno cancellato dei video”, hanno raccontato due testimoni anonimi, sostenendo che il mezzo su cui viaggiava il ragazzo “non sarebbe scivolato, ma sarebbe stato urtato dall’auto delle forze dell’ordine”), arriva un’altra smentita. Nessuno ha fatto cancellare filmati a qualcuno, “l’Arma dei Carabinieri non ha mai fatto, ne farà mai cose del genere, sia chiaro a tutti”, ha riportato Libero.
Ma Le Iene rilanciano, menzionando a loro volta un secondo testimone. Questa la nota del programma Mediaset: "Non abbiamo raccolto solo la dichiarazione anonima che abbiamo mandato in onda, abbiamo incontrato anche un altro testimone, anche lui non appartenente alla comitiva dei ragazzi di Corvetto, che ci ha fornito un racconto pressoché identico. Anche questo secondo testimone ci ha riferito che era casualmente presente sul luogo dell’incidente, e che avrebbe iniziato a riprendere avendo udito a distanza il forte rumore dello scooter e delle sirene in avvicinamento. Anche lui racconta che avrebbe ripreso il momento dell’incidente, anche lui racconta che sarebbe stato intimato dai carabinieri presenti sul posto di interrompere la registrazione, e poi sarebbe stato costretto a cancellare il video appena fatto. Dichiara oltretutto di essere stato identificato".
La nota finisce così: "Per offrire elementi a sostegno della sua dichiarazione, il testimone ha consegnato alle Iene il suo telefonino per poter effettuare ogni possibile accertamento tecnico che potesse avvalorare la sua versione, soprattutto nel tentativo di poter recuperare il video cancellato, che potrebbe definitivamente chiarire la dinamica dell’incidente. Nel corso della puntata di domenica 8 dicembre sarà mostrata questa nuova testimonianza, e, speriamo, i risultati di questi accertamenti tecnici".
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