Milano

Raro tumore in gravidanza: mamma e bimbo salvati al Policlinico di Milano

Ormai giunta a metà gravidanza, la donna ha scoperto di avere un feocromocitoma, tumore molto raro (7 gravidanze su 100mila)

Raro tumore in gravidanza: mamma e bimbo salvati al Policlinico di Milano

Un tumore raro scoperto a metà gravidanza ha messo a rischio il sogno di diventare madre di una donna dell'hinterland milanese, che è stata poi salvata assieme al bambino grazie ad un delicato intervento eseguito al Policlinico di Milano.

Come raccontato dalla Clinica Mangiagalli dell'ospedale milanese, punto di riferimento per le gravidanze complesse, i primi mesi di attesa erano stati tranquilli, poi si era manifestato un dolore allo stomaco che non andava via e un mal di testa sempre più frequente hanno spinto la donna a chiedere aiuto al ginecologo, sperando che si trattasse di normali effetti della gravidanza. Ma la sua pressione  è risultata  molto alta. Nei giorni successivi la situazione è peggiorata, tanto da rendere necessario il ricovero di Laura nell'ospedale della sua città.

I primi sintomi del cancro

Nonostante le prime cure, però, le sue condizioni non miglioravano e la pressione sempre molto alta stava iniziando a mettere a rischio anche il suo bambino. Finché un'ecografia dell'addome ha mostrato una massa sopra al rene sinistro, probabilmente un tumore. Trasferita alla Mangiagalli, la collaborazione tra gli specialisti di Endocrinologia e Patologia della gravidanza ha dato un nome al nemico: un feocromocitoma di 8 centimetri, un tumore molto raro (7 gravidanze su 100mila) che colpisce la ghiandola surrenale situata sopra il rene, molto pericoloso per la vita di mamma e bambino.

La squadra del Policlinico milanese in campo

Il Policlinico milanese ha messo in campo una squadra di esperti multidisciplinare composta da diversi specialisti. Trattandosi di una gravidanza già nel secondo trimestre - riferiscono dalla Fondazione Irccs - sono stati coinvolti ginecologi, endocrinologi, chirurghi, cardiologi, anestesisti e rianimatori, che hanno scelto insieme di asportare subito il tumore nel modo più delicato possibile, per non rischiare un parto prematuro. Durante l'intervento avrebbero partecipato anche i ginecologi e gli specialisti della Patologia della gravidanza, così da essere pronti a ogni necessità. Per operare è stato però necessario prima stabilizzare la pressione di Laura, attraverso una terapia farmacologica che permettesse di mantenerla entro i limiti per almeno 10 giorni prima di intervenire.

"L'intervento è stato un successo"

"La nostra esperienza nell'asportazione di questi tumori - afferma Luigi Boni, direttore della Chirurgia generale che ha eseguito l'intervento insieme a Elisa Cassinotti, chirurgo del suo team - ci ha permesso di intervenire attraverso delle piccole incisioni con una tecnica laparoscopica mini-invasiva: questo ha consentito non solo di proteggere il più possibile la gravidanza, ma anche una ripresa più rapida dopo l'operazione".

Dell'équipe facevano parte anche Manuela Wally Ossola, responsabile della Patologia della gravidanza, e Maura Arosio, direttore dell'Endocrinologia. "L'intervento è stato un successo", lo descrivono i sanitari: "Il tumore è stato rimosso completamente, mentre il bimbo ha continuato a riposare nella pancia della sua mamma. Terminata l'operazione la donna ha anche potuto ascoltare in diretta il battito del suo piccolo, sapendo così con certezza che tutto era andato per il meglio". Pochi giorni dopo l'intervento la paziente è tornata a casa, la gravidanza è proseguita senza più complicazioni e allo scoccare del nono mese Nicola è nato con un parto cesareo.







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