Milano

Reddito di cittadinanza: a Milano poche code ma liste piene al debutto

Bilancio dei Caf nel primo giorno del reddito di cittadinanza: a Milano code solo tra le 8:30 e le 10:00

Reddito di cittadinanza: a Milano poche code ma liste piene nella prima giornata

Le code ci sono state solo tra le 8:30 e le 10:00 quando molte persone, che non lo avevano fatto prima, si sono messe in fila per chiedere un appuntamento e ricevere le informazioni utili ad ottenere il reddito di cittadinanza. Per il resto la giornata ai Caf di Milano e' proceduta in modo regolare, anche se il carico di lavoro per gli addetti e' stato pesante: dalle 9 di oggi alla chiusura degli uffici, alla sola Camera del Lavoro, sono stati riempiti 514 slot, e ce ne sono gia' 419 prenotati per domani; 185 sono previsti per dopodomani e 133 per lunedi'; circa 700 dunque gli appuntamenti presi oggi per i prossimi giorni per un totale di 1250 richieste.

"Per chi aveva gia' le carte in regola, con il colloquio odierno e' gia' stato possibile inoltrare la domanda" ha spiegato Metello Cavallo, responsabile Caf della Cgil di Milano. A fare richiesta sono in media persone tra i 40 e i 45 anni, per un 40% stranieri e per un 60% italiani. "In gran parte si tratta di persone che hanno alle spalle situazioni di inoccupazione lunghe anni" aggiunge Cavallo. Secondo la Uil comunque, la Lombardia e' la regione dove la percentuale di coloro che hanno reddito fino a 10 mila euro e che quindi beneficerebbero del contributo e' piu' bassa in Italia:si tratta del 22.6% della popolazione, percentuale che scende al 20.6% a Monza-Brianza, Lodi e Lecco.

Visitando i Caf della citta' in giornata ci si imbatte in storie spesso uguali tra loro: situazioni di disoccupazione da almeno 3 o 4 anni. E' il caso di M., 43 anni, "cittadino italiano di origine libica e ci tengo a precisarlo", in tasca un certificato rilasciato da Regione Lombardia come "vigilantes, anche con porto d'armi" e alle spalle una scuola militare svolta nel suo Paese d'origine: "Per anni ho fatto il pizzaiolo - spiega - poi il locale ha chiuso e dal 2015 ho solo ricevuto offerte per lavori in nero. Io pero' non le accetto, non trovo giusto lavorare contro le regole", sostiene. "Sono gli africani che arrivano ad accettare di lavorare in nero, mentre noi che siamo qui da tempo no. In questo ha ragione Salvini" aggiunge. Con una figlia a carico di 17 anni e una moglie impiegata in lavori domestici "non e' semplice: spero di prendere il massimo. Il Movimento 5 stelle - dice - ha fatto una cosa seria". Per Christian, 46 anni, italiano separato con due figli, la disoccupazione risale al 2013: "Io e la mia compagna abbiamo domicili diversi, speriamo di ricevere i 780 entrambi, per arrivare a circa 1600". Con quelli si andranno "a pagare le bollette arretrate e la spesa, anche perche' bisogna spenderli per forza, se ne possono prelevare solo 200 al mese". Anche sua madre, 67 anni e' al Caf questa mattina: spera di ottenere il reddito pensionistico che integri la sua "pensione sociale da 460 euro". 







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