Milano

Referendum, inizia la guerra di narrazioni. Ma Maroni è in vantaggio

di Fabio Massa

Ormai, di fatto, è finita in Lombardia per il referendum. Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Il Veneto surclassa la Lombardia, a livello di percentuale. La Lombardia però incasserà alla fine gli stessi voti del Veneto, se non di più, in virtù del fatto che c'è il doppio dei votanti. Alle 19 il dato dell'affluenza è del 31,76 per cento. Si chiuderà al 40, forse di più. Roberto Maroni ha già impostato la sua strategia comunicativa: in assoluto 3 milioni di voti sono una "dote" che oggi usa per la vicenda dell'autonomia. E domani, chissà, cercherà di trascinarli alle regionali. Il centrosinistra, per parte sua, arriva diviso. Addirittura nella bergamasca, dove Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, dice di votare (e vota) sì. E Maurizio Martina, ministro bergamasco, dice di non votare. Poi ci sono i dati delle 19. Casualmente, a Bergamo 30,42, ben il 9,75 per cento in meno della media provinciale. E nei comuni della bergamasca rurale, quella degli agricoltori, il voto di affluenza sfora spesso e volentieri il 40 per cento. La lettura del voto locale, alle 19, consegna tanti punti di riflessione. Male Pavia, con solo il 27,71 per cento. Malissimo Milano, con il 25,67 per cento della città metropolitana. Colpisce il dato di Sesto San Giovanni, dove si sottoperforma del 2 per cento sulla media provinciale, segno che la vittoria del centrodestra in Comune non ha spostato l'anima profonda dell'elettorato. A Sondrio si raggiunge quota 34,41 per cento. Meno del previsto. 

Adesso, Gori e Alfieri riflettono su come reagire. Diranno con tutta probabilità che il referendum è stato uno strumento per riscattare cinque anni opachi. Replicheranno al raggiungimento di quota 3 milioni con una battaglia sui risultati. Riporteranno l'esempio dell'Emilia Romagna. Ma di certo la situazione è complessa. Anche perché la sinistra arriva divisa. A Lodi, dove l'affluenza è a quota 32,53 per cento, vota anche Lorenzo Guerini. E vota sì, pare. Ora si aspettano le 23. E la quota di sì, che pare sfonderà il 90 per cento.
    
fabio.massa@affaritaliani.it







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