Milano
Referendum Lombardia: Pd: "Voto su nulla", M5S: "Maroni bada solo a sè stesso"
Dario Violi dei Cinque Stelle: "Rischio che slitti per via delle elezioni nazionali". Brambilla (Pd): "Maroni vuole voto prima della fine del suo processo"
Con una nota, i Cinque Stelle di Regione Lombardia commentano la convocazione del referendum sull'autonomia indetto da Roberto Maroni per il prossimo 22 ottobre: "Maroni ha perso due anni e ha convocato il referendum proprio il 22 ottobre con il rischio concreto che la consultazione salti o sia posticipata per le elezioni nazionali di cui si parla insistentemente in questi giorni. Il nostro quesito referendario sull'autonomia della Lombardia merita un'attenzione non strumentale, il referendum è dei cittadini e non di Maroni. Per il M5S autonomia significa maggiori competenze e risorse per investire nella ricerca scientifica e tecnologica, per il sostegno delle nostre imprese e per l’istruzione. Su questi temi i partiti hanno miseramente fallito e, ancora una volta Maroni antepone il proprio interesse e quello della Lega a quello dei lombardi. Esattamente come il PD che con Gori e Martina millanta inesistenti aperture del Governo a trattare con la nostra regione per restituirci quell'autonomia che sarebbe motore di rilancio e sviluppo. Forse si sono dimenticati che il loro referendum di dicembre voleva asfaltare le regioni e centralizzare il sistema Italia.Una maggiore autonomia darebbe la possibilità di rilancio economico e sociale al nostro territorio. Maroni la smetta con la propaganda, se la Lombardia non ha l'autonomia è sopratutto per colpa sua e delle sue sparate che fino ad ora non hanno dato nessun beneficio", così Dario Violi, consigliere regionale del M5S Lombardia".
Il partito democratico conferma la contrarieta' al referendum sull'autonomia della Lombardia, che Roberto Maroni ha indetto per il 22 ottobre e ritiene che il governatore lombardo si voglia dimettere prima della pausa estiva per "andare a votare prima della fine del suo processo". "Quello che ha indetto Maroni e' per ora un costoso referendum consultivo sul nulla - scrive in una nota il capogruppo dei Democratici in Consiglio regionale lombardo, Enrico Brambilla -perche' nessuno sa ancora su quali materie il governatore intenda chiedere maggiore autonomia". "Cosi' ai lombardi si chiede un voto alla cieca - prosegue -. Maroni parla solo di soldi, di fantomatici miliardi di euro che ogni giorno peraltro aumentano, nonostante il referendum non parli di risorse ma solo di competenze. La novita' e' pero' che Maroni ha annunciato di voler fare l'election day con politiche e regionali. Cio' significa che intende dimettersi a breve, entro la pausa estiva, se vuole avere chances concrete di ottenere l'abbinamento tra il voto regionale e quello per le politiche. Cosa che, se il suo avvocato continua cosi', gli permetterebbe di votare prima della fine del suo processo. In tutto questo si vede bene che gli interessi dei cittadini non sono la priorita'".