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Milano
Referendum, M5S: "Residuo fiscale? Una balla, potremmo bloccare il consiglio"
La conferenza stampa dei Cinque Stelle lombardi

"Non e' detto che non bloccheremo i lavori in consiglio regionale se Roberto Maroni chiedera' il residuo fiscale". A dirlo e' il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle al Pirellone, Stefano Buffagni. "Ricordiamo che il residuo fiscale non si puo' toccare neanche dopo il referendum" ha precisato, mentre il movimento sarebbe disposto a parlare di altre materie come "il coordinamento della finanza pubblica, istruzione, ambiente, ricerca, e innovazione per le imprese". Secondo i pentastellati quella della Lega e' stata "una strumentalizzazione" della consultazione referendaria e la loro preoccupazione e' che "Maroni la voglia sventolare come tema della campagna elettorale". L'intenzione del governatore di riavere parte del contributo fiscale della Lombardia e', secondo il gruppo grillino l'ennesima delle sue "balle" come quella "del bollo auto", perche' le "tasse sono una competenza nazionale". "Noi non faremo questo gioco, Maroni continui pure a bere l'acqua del Po" ha quindi concluso il consigliere.

In Lombardia i cittadini si sono espressi in una percentuale considerevole": e' l'opinione espressa dal gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale lombardo con Andrea Fiasconaro, durante una conferenza stampa post referendum. I pentastellati hanno piu' volte sottolineato il merito del loro movimento nell'aprire la strada a queste istanze: "Quando lo abbiamo proposto nel febbraio 2015 sembrava un tema marginale - ha spiegato Stefano Buffagni - mentre per i cittadini lombardi era un tema molto sentito. Il Movimento 5 Stelle lo ha proposto e se siamo qui oggi e' merito nostro". Il consigliere ha poi precisato che "l'informazione ne ha fatto poi un referendum leghista, mentre non e' cosi' perche' la Lega ha la Padania nel suo statuto". I grillini lombardi ritengono di aver "obbligato almeno qualcuno a leggere la Costituzione" e ai suoi articoli che si riferiscono alla distribuzione dei poteri tra Stato e Regioni. E' lo stesso Buffagni poi a esternare che riguardo alla partecipazione "si sarebbe potuto fare di piu'" e che "se si fosse fatto prima questo referendum con piu' distanza dal voto sarebbe stato meglio".

"Facciamo uno step alla volta: usiamo lo strumento del voto elettronico per consultazioni come quella sulla fusione dei comuni e per i referendum". E' una posizione ancora cauta quella del gruppo consiliare del Movimento 5 stelle in Lombardia, che da sempre sostiene il voto elettronico, riguardo all'uso di questo strumento anche per le elezioni politiche. Secondo Stefano Buffagni, consigliere al Pirellone, la possibile richiesta del governatore al ministro dell'Interno Marco Minniti di usare i tablet anche per le regionali in primavera e' "una sparata" perche' il voto elettronico potrebbe essere rivelarsi "molto pericoloso per elezioni con le preferenze". Tuttavia i grillini sono del parere che questo sistema "garantisce sicurezza e controllo sul voto di scambio". Rimane dunque una "innovazione importante che sara' il futuro a breve termine, anche nelle prossime elezioni, magari non quelle imminenti". Infine un invito al sindaco di Milano, Giuseppe Sala: "Vediamo se vorra' utilizzarlo per il referendum sui Navigli"

I problemi sul voto elettronico nel Referendum di ieri per l'autonomia, che si sono verificati in Lombardia "ci sono stati solo a Milano citta'" e solo "sul post voto nella citta' metropolitana" secondo i consiglieri del Movimento 5 Stelle in regione Lombardia. "Sala e' il responsabile apicale" di questo mancato funzionamento. "Tra l'altro era a Parigi mentre il suo Comune era nel caos e nella disorganizzazione totale durante la gestione dei dati". A parlare per i grillini lombardi e' Stefano Buffagni, che fa un paragone: "Se si fosse trattato di Virginia Raggi avremmo saputo minuto per minuto dov'era, per Sala invece chiameremo 'Chi l'ha visto'. Stupisce, secondo i pentastellati che i ritardi ci siano stati "proprio nella Milano tecnologica dove invece e' stata sottovalutata la parte burocratica". Quello del voto elettronico, rimane comunque un "sistema da migliorare" per "onorare l'investimento fatto".

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