Referendum, Maroni: "Affluenza oltre il 40%. Sì al 95%"
di Fabio Massa
Sale sul palchetto allestito in Regione Lombardia, in sala stampa. Di fianco a lui, Isabella Votino. Roberto Maroni è "felice, non esultante", come tiene a precisare. Ma la soddisfazione traspare da ogni parola. "Si sono concluse le operazioni. Grande soddisfazione per come siamo riusciti a gestire sistema di voto. Ho detto a Minniti che se vuole si può votare con il sistema elettronico già dalla prossima volta", scandisce il governatore. "Pensate che ha votato a Desenzano una donna di 102 anni, e tutti quelli che sono stati intervistati hanno spiegato che il sistema era semplice", continua.
Maroni poi chiude possibili "gare" con il Veneto. E pure con l'Emilia Romagna: "Domani chiamo Bonaccini e gli chiederò se è disposto a fare una battaglia comune. Zaia? Il Veneto ha una tradizione indipendentista più forte. Per questo mi ero posto come obiettivo lo stesso risultato del referendum del 2001 con la riforma del titolo V. Un referendum che aveva voluto la sinistra e che prese il 34 per cento. Invece posso dire che superiamo il 40 per cento, e stiamo parlando di tre milioni di voti. Il sì si attesta al 95 per cento circa, il no al 3 per cento". Poi il governatore si leva qualche sassolino dalla scarpa: "Nonostante i gufi, quelli che tifavano l'astensionismo, chi l'ha buttata in politica non ha vinto. In molti comuni abbiamo superato il 50 per cento. Come, ad esempio, nel comune del ministro Maurizio Martina (che aveva invitato ad astenersi, ndr). Il mio comune è il secondo come affluenza. Milano storicamente ha l'affluenza più bassa. Verificheremo nei prossimi giorni quartiere per quartiere dove l'autonomia è più radicata". Poi l'apertura: "Tratteremo con il governo del Pd. E vorrei che Giorgio Gori stesse dalla nostra parte. Sarebbe utile per l'interesse della Lombardia".
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