Referendum Autonomia, Maroni: Meloni? C'è un problema, valuterò alleanza
Per Roberto Maroni potrebbe avere ripercussioni sull'alleanza, a partire da quella a livello regionale, l'invito di Giorgia Meloni all'astensione al referendum
Referendum Autonomia, Maroni: Meloni? C'è un problema, valuterò alleanza
Per Roberto Maroni potrebbe avere ripercussioni sull'alleanza, a partire da quella a livello regionale, l'invito di Giorgia Meloni all'astensione ai referendum sull'autonomia di Lombardia e Veneto: "C'è un problema, perché queste dichiarazioni sono negative, sbagliate e molto pesanti"
L'INTERVENTO DI ROBERTO MARONI - Con la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, "c'è un problema, perché sono dichiarazioni negative, sbagliate e molto pesanti". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, a margine di un dibattito a Milano, commentando le dichiarazioni contro i referendum per l'autonomia."E siccome il referendum è una cosa importante sia sul piano politico sia sul piano istituzionale - ha sottolineato - mi riservo di valutare queste dichiarazioni sul piano della lealtà dell'alleanza di governo. Non posso far finta di niente".
LEGHISTI CONTRO GIORGIA MELONI - Leghisti contro Giorgia Meloni, definita "franchista" per la presa di posizione contro i referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto. Dopo che, ieri in una trasmissione tv, la leader di Fratelli d'italia ha invitato ad astenersi alla consultazione che si terra' il 22 ottobre nelle Regioni amministrate dai leghisti Roberto Maroni e Luca Zaia, le bacheche dei social di molti esponenti del Carroccio, militanti e dirigenti, si sono riempite di critiche aspre nei confronti dell'alleata di centrodestra. Tra i piu' duri l'assessore lombardo all'Agricoltura, Gianni Fava, ex sfidante 'nordista' alle primarie contro Matteo Salvini. "Nel caso di Meloni vale il motto 'aiutiamoli a casa loro': evitiamo che vengano a fare politica fuori dal loro territorio, hanno bisogno di essere sostenuti nella logica della cooperazione. Evitino di parlare a vanvera di cio' che non conoscono: il Nord", scrive Fava, che mette in dubbio anche l'alleanza.
BECCALOSSI SI SMARCA DALLA MELONI: "DA NOI SI' CONVINTO" - "In Lombardia Fratelli d'Italia, cosi' come in Veneto, ha votato nelle sedi istituzionali e in quelle degli organi di partito documenti ufficiali che certificano il sostegno al referendum" sull'autonomia. E' quanto ricorda in una nota l'assessore lombardo di FdI, Viviana Beccalossi, dopo che la presidente del suo partito, Giorgia Meloni, ha fatto sapere che, se risiedesse nelle due Regioni, si asterrebbe dal voto del 22 ottobre. "In particolare in Lombardia, lo scorso 8 luglio, a Soncino, durante un coordinamento regionale del partito - ha proseguito -, duecento amministratori eletti, tra i quali sindaci, consiglieri comunali, provinciali e regionali hanno elaborato e votato alla unanimita' un ordine del giorno a sostegno del 'si''. Un'azione basata sui valori di un partito di destra e nazionalista che pero' aveva trovato una propria sintesi con i principi federalisti. Gli stessi principi federalisti esaltati vent'anni fa durante la Conferenza programmatica di Alleanza nazionale di Verona voluta fortemente da Pinuccio Tatarella, che ne fu l'ispiratore e che certamente non era padano".
"Il referendum - ha continuato Beccalossi - come piu' volte abbiamo fatto presente a Giorgia Meloni e all'ufficio di presidenza di Fratelli d'Italia, mai mette in discussione l'unita' nazionale, come del resto e' scritto a chiare lettere nel quesito, laddove si cita la articolo 116 della Costituzione, passaggio fortemente richiesto e voluto proprio da FdI". "Spiace constatare, e lo dico da fondatore di Fratelli d'Italia, che nel 2012 ha buttato il cuore oltre l'ostacolo creando questo nuovo movimento politico, che tutto cio' non venga compreso. Fratelli d'Italia, partito che fin dalla sua nascita ha esaltato lo strumento delle primarie come metodo per dar voce ai militanti e piu' in generale ai cittadini, non puo' non ascoltare le istanze dei dirigenti territoriali di Lombardia e Veneto". "Spiace che Giorgia Meloni, alla quale gia' due mesi fa abbiamo consegnato il documento lombardo sulle ragioni del SI al referendum, non l'abbia preso in considerazione, vanificando la volonta' di tutti i nostri dirigenti della Lombardia e del Veneto".
LA NOTA DI FDI LOMBARDIA: "SOSTEGNO LEALE A REFERENDUM, MA COMPATTI CON MELONI" - Più conciliante la posizione espressa da una nota di Fdi Lombardia: “Giorgia Meloni ha espresso una posizione critica rispetto ai referendum per l'autonomia, approvata dagli organi nazionali del partito nelle scorse settimane. In quelle sedi ha altresì lasciato libertà alla classe dirigente di Lombardia e Veneto di continuare il sostegno leale al referendum e a un maggiore decentramento amministrativo nel quadro dell'unità nazionale e di una riforma in senso presidenzialista che è da sempre una battaglia della Destra politica e dovrà essere al centro del futuro programma di governo del centrodestra. Purtroppo nei giorni scorsi qualcuno nella Lega, a partire dalle improvvide e ripetute dichiarazioni dell'assessore Fava, ha propagandisticamente accostato il referendum della Catalogna a quelli di Lombardia e Veneto e questo ha generato preoccupazione sul fatto che una legittima richiesta di maggiore decentramento possa trasformarsi nell'anticamera di un separatismo di stampo catalano. Siamo fermamente convinti che si possa e si debba organizzare meglio lo Stato nel suo rapporto con le autonomie ma non si possa mettere in discussione l'unità della nazione. Ogni degenerazione indipendentista allontana la gente e tradisce il referendum. Chiediamo a Maroni, in un quadro di reciproca lealtà, di farsi garante di questa impostazione. In ogni caso il partito, anche in Lombardia, è compatto a sostegno di Giorgia Meloni per riaffermare i valori e le idee della Destra alle prossime elezioni nazionali e regionali!”
FRATELLI D'ITALIA NAZIONALE: "POSIZIONE MELONI HA VIA LIBERA UNANIME DI ASSEMBLEA NAZIONALE" - La posizione di Giorgia Meloni sul referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto ha avuto il via libera all'unanimita' dall'assemblea nazionale di Fratelli d'Italia. E' quanto ha tenuto a sottolineare Alessio Butti, dirigente nazionale di FdI, dopo le critiche arrivate dai leghisti e da alcuni membri lombardi di FdI alle parole di Meloni (la quale ha fatto sapere che, se fosse residente in Lombardia o Veneto, non andrebbe a votare il 22 ottobre). "Sappia il 'bossiano' Fava che sulla questione del referendum lombardo e veneto tutti i componenti lombardi dell'assemblea nazionale di Fratelli d'Italia, presenti alla seduta del 24 settembre, presieduta da Ignazio La Russa, hanno approvato all'unanimita' la relazione di Giorgia Meloni che conteneva gli stessi identici concetti espressi anche ieri - ha continuato Butti -, e cioe' che FdI non e' contraria a nuovi percorsi di autonomia purche' siano senza fughe in avanti, siano coordinate a livello nazionale e non lascino spazio a rischio di interpretazioni errate e non volute specie dopo i fatti della Catalogna". "FdI, compattamente, continua da sempre a sostenere che occorra piu' autonomia territoriale nel quadro necessario di una Repubblica presidenziale che sottolinei l'identita' e l'unita' della nazione", ha concluso.
Maroni: "Nessun quorum? Può essere un problema" - Maroni ha parlato di referendum anche durante un incontro con la Uil: "La legge regionale in Lombardia non prevede quorum" nel referendum per l'autonomia della Lombardia, diversamente dal Veneto: "Non so se la cosa sia buona o sbagliata: il problema e' che si pensi che non serva andare perche' tanto vince il 'sì' "Detto questo, con qualunque percentuale vinca il 'si'', io saro' autorizzato ad andare a trattare col governo - ha proseguito il governatore lombardo -: certo, piu' gente votera', piu' avro' potere negoziale. Ma non e' un referendum che c'entra con le elezioni e con la maggioranza. Qualunque percentuale andra' a votare non avra' nessuna influenza su quello che succedera' in vista delle regionali. Solo se vince il 'no' allora sarebbe un problema"?.