Referendum, Sala e i sindaci del Pd a Maroni: "Ora serio coinvolgimento"
I sindaci lombardi del Pd chiedono a Roberto Maroni l'avvio di un "serio coinvolgimento" e una riaffermazione della "centralita' del Consiglio regionale
I sindaci lombardi del Pd chiedono a Roberto Maroni l'avvio di un "percorso serio di coinvolgimento" e una riaffermazione della "centralita' del Consiglio regionale" in vista della trattativa da avviare con il governo dopo il referendum per l'autonomia della Lombardia. "Il sentimento della societa' lombarda e' largamente favorevole a un rafforzamento dell'autonomia regionale, il dato dell'affluenza e' invece tutt'altro che travolgente, mentre in Veneto lo e' stato. Quello della Lombardia e' un pareggio che non toglie e non aggiunge, da cui l'istanza autonomista non esce certo rafforzata e il clamoroso flop del voto elettronico, getta un'ombra pesante sulle pretese di una Regione che si dimostra in questo passaggio tutt'altro che efficiente", scrivono in una nota i sindaci di Milano, Giuseppe Sala, di Bergamo, Giorgio Gori, di Lecco, Virginio Brivio, di Brescia, Emilio Del Bono, di Varese, Davide Galimberti, di Cremona, Gianluca Galimberti, di Sondrio, Alcide Molteni, e di Mantova, Mattia Palazzi. "Maroni avrebbe fatto assai meglio ad ascoltare i sindaci e i presidenti delle province, gia' nel 2015: sarebbe andato a trattare con il sostegno del 100% della rappresentanza politico-istituzionale. Oggi ci va col 38%, dato che sarebbe stato anche piu' basso se non ci fossimo impegnati a fare la campagna per il si', coinvolgendo molti elettori del centro-sinistra, ad evitare che un referendum rinunciabile potesse diventare pesantemente dannoso per la causa dell'autonomia", aggiungono.
"Adesso, da amministratori che hanno contribuito a 'salvare l'autonomia dal referendum', chiediamo un percorso serio, di vero coinvolgimento della societa' lombarda nella scelta delle competenze da chiedere al governo - proseguono -. Dire "tutte" e' come dire niente. Rilanciare la pretesa di trattenere decine di miliardi significa strumentalizzare il voto dei lombardi, di nuovo per propaganda. Bisogna individuare le priorita', le aree di competenza che possono davvero far fare un salto di qualita' alla Lombardia e consentirle di competere da pari a pari con le grandi regioni d'Europa, a traino di tutto il Paese". "No dunque a soluzioni affrettate e superficiali, soprattutto da parte di chi ha fatto trascorrere l'intera legislatura regionale senza muovere un passo - concludono -. Chiediamo che il Consiglio Regionale ritrovi la sua centralita', anche attraverso la convocazione di una seduta aperta nella quale si coinvolgano gli enti locali, le istituzioni del territorio, il mondo del lavoro, di imprese e sindacati e delle rappresentanze, e del Terzo settore per rilanciare con credibilita' la richiesta di una Lombardia piu' autonoma e piu' responsabile".