Milano
Regionali, il Pd la tira in lungo: la tattica per evitare le primarie
Elezioni regionali, il pallino è in mano ad Alessandro Alfieri: la candidatura di Giorgio Gori c'è, ma Fabio Pizzul spinge per le primarie. Il punto
di Fabio Massa
Tirare lungo. Logorare. Oppure arrivare prestissimo a una soluzione condivisa. Di certo, di spazi di trattativa per fare davvero le primarie per scegliere il candidato presidente del centrosinistra in Regione Lombardia ce ne sono pochini. Un po' perché su Giorgio Gori, che ogni giorno che passa pare più convinto di voler sfidare Roberto Maroni, sono d'accordo tutti, a partire da Giuliano Pisapia, malgrado gli scontri con Matteo Renzi nell'ultimo periodo per arrivare fino alla nomenklatura renziana milanese e lombarda e per concludere con Maurizio Martina, il vice di Renzi e con Beppe Sala, che dal palco del Linear Ciak, all'assemblea dei circoli, ha scandito parole pesanti: "Non dobbiamo essere fan del metodo. Le primarie mi sono state utili, ma sono utili solo se ci permettono di selezionare il più forte. Perché gli altri scelgono il meglio e noi rischiamo di perdere". Come dire: il meglio c'è. Si chiama Giorgio Gori. Quindi inutile fare le primarie che - peraltro - vengono chieste dall'intera area cattolica milanese, a partire dal suo assessore Marco Granelli per arrivare al consigliere regionale Fabio Pizzul, che dovrebbe essere - nel caso ci fosse la competizione - proprio lo sfidante di Giorgio Gori.
A questo punto quindi quale sarà la strategia di Alessandro Alfieri, che è l'uomo che ha in mano il pallino e che deve pianificare il percorso? In un primo tempo l'idea era di individuare il candidato entro fine luglio, nel caso ovviamente non ci fossero elezioni anticipate determinate dalle dimissioni di Maroni. Di passi in questo senso (nel senso dell'individuazione del candidato) ne sono stati fatti pochini, in un'ottica di primarie. Anche perché il timore della segreteria è quello di avviare un percorso, salvo poi rimanere spiazzati da Maroni proprio in mezzo al guado delle primarie, con elezioni improvvisamente anticipate e caos completo. Gli sherpa sono al lavoro con Pizzul per capire che cosa fare, anche se di spazi di trattativa ce ne sono pochini, perché da molti l'iniziativa di volere le primarie pare velleitaria. E perché da sinistra non si è levata nessuna voce (salvo, timida, quella di Mdp) a difesa dello strumento di selezione. Sarà perché qualcuno, malignamente, ipotizza che visto che la sconfitta è dietro l'angolo, Mdp e Insieme potrebbero addirittura andare separati dal Pd alle prossime elezioni regionali. Fantapolitica? Chissà. Di certo se ne sta ragionando. Intanto il Pd manda la palla lunga. Alla fine di tempo per fare le primarie non ce ne sarà più. E il problema sarà risolto a favore di Giorgio Gori, che intanto però vorrebbe iniziare la sua campagna. Ce la farà?